La proprietà intrinseca della melanina

La Melanina - LibroIl precursore di ogni forma di vita

La teoria attuale circa il funzionamento del corpo umano prevede che la respirazione mitocondriale riduca, dopo una serie di reazioni polienzimatiche, l'ossigeno biatomico in acqua; e che, invece, la fotosintesi nel cloroplasto ossidi l'acqua in ossigeno biatomico, una componente della molecola del glucosio.

Quest'ultima è considerata, in tutto il mondo, la più importante reazione chimica perché essa influisce sulla catena alimentare. Anche se questi due meccanismi sembrano complementari, non lo sono del tutto.

Qualsiasi reazione chimica implica uno scambio energetico.

Fino ad ora si è pensato che la fonte di energia della cellula eucariotica fossero i processi di ossido-riduzione che hanno luogo nel mitocondrio e che la fotosintesi fosse un processo esclusivo delle piante, delle alghe e dei cianobatteri cioè degli organismi dotati di clorofilla. La parola fotosintesi significa costruire o realizzare un qualcosa tramite la forza o l'energia della luce.

Nel 1990 il Dr. Herrera Solís, osservando l’alto contenuto di melanina sulla retina e intorno al nervo ottico, durante lo studio di patologie oculari, si domandò se tutta questa concentrazione di melanina avesse un senso. Dopo numerosi studi e osservazioni concluse che la presenza della melanina nel corpo umano potesse rappresentare l’equivalente, negli esseri umani, della funzione della clorofilla.

Nuova tecnologia 3D che coniuga computer vision e oceanografia

Nuova tecnologia 3D che coniuga computer vision e oceanografia‘Cacciatori’ di onde estreme scoprono che sono più frequenti di quanto si ritenesse finora. Dallo studio di Ca’ Foscari e Ismar-Cnr, pubblicato su Journal of Physical Oceanography, sono nati un progetto e un brevetto per misurarle da navi e piattaforme

Osservando il moto ondoso in mare aperto con occhi ‘elettronici’, in grado di ricostruirlo in 3D, scienziati dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr) hanno scoperto che onde eccezionalmente alte sono più frequenti di quanto finora ipotizzato dai modelli teorici.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Physical Oceanography, è stato svolto nel Mar Adriatico, ma il risultato è di rilievo globale perché riguarda il comportamento delle onde in tutti i mari. Dalla scoperta sono nati il progetto Wass (Waves Acquisition Stereo System) e un brevetto.

Gli autori dell’invenzione (Alvise Benetazzo, Francesco Barbariol, Sandro Carniel e Mauro Sclavo dell’Ismar-Cnr e Filippo Bergamasco e Andrea Torsello di Ca’ Foscari) hanno sviluppato una tecnologia, che coniuga computer vision e oceanografia, in grado di misurare il mare in tempo reale anche da telecamere in movimento, posizionate quindi su navi e piattaforme mobili.

Progettate pile 10 volte più potenti simulando la struttura della melagrana

Presso l’Università di Stanford degli ingegnosi studiosi, in collaborazione con il National Accelerator Laboratory del DOE, hanno progettato un elettrodo che, simulando la struttura della melagrana, è capace di immagazzinare fino a dieci volte l’energia che le pile riescono normalmente ad accumulare.

Il professor Yi Cui, associato all’Università di Stanford e capo del team di ricerca, spiega così questa invenzione: “Abbiamo di fronte ancora un paio di sfide, ma questo design ci porta ad un passo dall’utilizzare anodi di silicio in piccole batterie, più leggere e più potenti di quelle attuali, per prodotti come telefoni cellulari, tablet e macchine elettriche. Gli esperimenti hanno mostrato il nostro anodo a melograno funziona ad una capacità del 97 per cento anche dopo 1000 cicli di carica e scarica, collocandosi così ben all’interno della gamma desiderata per operazione commerciale”.

Gli anodi in silicio possono arrivare a memorizzare una carica pari a quasi 10 volte quella della grafite presente nelle tradizionali batterie agli ioni di litio e per ricavare il silicio per il momento si sta valutando di estrarlo dal residuo dell’involucro dei chicchi di riso che sono composti per ben il 20% dalla sostanza organica costituita da diossido di silicio.

Il silicio è fragile e dunque rischia di deformarsi o addirittura deteriorarsi durante la carica della batteria.

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