I benefici dell'Olio di Cocco

L'Olio di Cocco - LibroNaturale, nutriente, sano in cucina e per il corpo

Descrizione di L'Olio di Cocco - Libro

Il cocco, d’estate, è fresco e delizioso. L’olio che se ne ricava conserva intatte le sue proprietà e tutto il suo sapore, si conserva facilmente e sa stupire per la molteplicità dei suoi utilizzi.

Non solo cocco: il discorso parte da un ragionamento scientifico sui grassi e gli olii, per capire quali sono più indicati per le diverse preparazioni. Inutile dire che per le autrici, dopo aver scoperto le virtù di quello di cocco, non ci sono stati più dubbi. Resiste alle cotture ad alta temperatura, sprigiona aromi straordinari e in più fa benissimo.

Molto digeribile, si presta a svariate preparazioni, dai dolci alle creme alle insalate più sfiziose. Usato per la cura del corpo dona lucentezza e vigore alla pelle e ai capelli.

Lasciatevi ispirare dalle oltre 30 ricette suggerite nella sezione «gastronomica», e dai trucchi per preparare oli e creme fatti in casa!

In fondo al volume sono riportati consigli e risposte ai dubbi più frequenti, tra i quali quello fondamentale: «Adesso che ho un cocco, come lo apro?».

Dalla Quarta di Copertina

I benefici del consumo quotidiano dell'olio di cocco sono numerosi e importanti ma, spesso, poco conosciuti.

Un noto scienziato spiega come riconoscere i segni della reincarnazione

ReincarnazioneReincarnazione, ipnosi regressiva… quanto c’è di vero e scientifico in tutto ciò?

Possono davvero gli scienziati fare chiarezza sulla vita e sulla morte?

Forse la certezza di cosa avverrà sarà sempre il grande tabù della società che crede nell’aldilà per religione.

Eppure dei casi che potrebbero fare chiarezza ci sono e studi scientifici non mancano sull’argomento.

Ma ecco la storia più emblematica della prova della reincarnazione:

La storia di Cameron Macaulay

Nel 2007 suscitò scalpore l’incredibile storia di Cameron, il bambino scozzese che a pochi anni ricordava sorprendenti dettagli di una vita precedente.

Cameron Macaulay vive con la madre Norma, separata, e un fratello maggiore a Clydebank, una città industriale vicino a Glasgow, in Scozia. A tre anni ha cominciato ad avere un comportamento strano: parlava sempre di persone che non aveva mai conosciuto e descriveva nei dettagli luoghi nei quali non era mai stato. A volte si spingeva oltre: diceva di essere cresciuto a Barra, un’isola sperduta a nord della Cornovaglia, a 300 chilometri dalla sua città, dove, naturalmente, non era mai stato prima.

Nuovi studi sul clampaggio del cordone ombelicale

clampaggio del cordone ombelicaleGRAVIDANZA E DINTORNI – Per molto tempo, la norma in sala parto è stata chiara: il cordone ombelicale si “clampa” (cioè lo si lega per interrompere il flusso di sangue dalla placenta, un’operazione che precede il taglio) subito dopo la nascita.

Questione di una manciata di secondi. Oggi, però, l’atteggiamento è cambiato. Sulla base di un numero crescente di studi, sempre più autorità sanitarie e associazioni scientifiche (dal Royal College of Obstetricians & Gynaecologists all’ Organizzazione mondiale della sanità) suggeriscono di non avere troppa fretta: meglio aspettare 2-3 minuti per i bambini sani nati a termine e comunque non prima di quanto strettamente necessario per i prematuri o i bimbi nati in emergenza.

L’ultimo punto a favore del cosiddetto clampaggio tardivo viene da uno studio svedese che, per la prima volta, mostra l’assenza di rischi a lungo termine per questa pratica. Al contrario, la legatura tardiva del cordone sembra comportare benefici in termini di miglioramento delle abilità motorie fini, soprattutto nei maschi.

Già nel 2011, Ola Andersson e colleghi, dell’Università di Uppsala, avevano pubblicato un primo studio sul confronto a breve termine tra clampaggio precoce (entro 10 secondi dalla nascita) e tardivo (dopo 3 minuti) del cordone, esaminato in un gruppo di 400 bambini.

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