Conflitti internazionali: il 2013 è un anno da dimenticare

ConflittiNon solo Siria, Nigeria, Afghanistan, Egitto e Messico. Molte sono anche le guerre “dimenticate” secondo l’istituto di Heidelberg per l’indagine sui conflitti internazionali. Dal Centrafrica fino all’Iraq

Pubblichiamo il commento dell’Osservatore Romano relativo al Conflict Barometer 2013 redatto come ogni anno dall’Heidelberger Institut für Internationale Konfliktforschung e diffuso martedì 25 febbraio.

Il 2013 è stato, insieme al 2011, l’anno che ha fatto registrare più guerre dopo la seconda guerra mondiale. È questo il dato che emerge dal “Barometro” diffuso ieri dall’istituto di Heidelberg per l’indagine sui conflitti internazionali. L’anno scorso ci sono state venti guerre, due in più rispetto al 2012, e più conflitti armati. Alle guerre in Afghanistan, Iraq, Siria e Pakistan (gli scontri nelle regioni tribali) si sono tra le altre aggiunte quelle in Mali e nella Repubblica Centroafricana.

Per gli esperti dell’istituto tedesco, inoltre, gli scontri tra le forze del nuovo Governo egiziano e i Fratelli musulmani hanno raggiunto in taluni casi le caratteristiche di una guerra.

Nel suo rapporto annuale, l’istituto ha contato l’anno scorso 414 conflitti in tutto il mondo, nove in più rispetto all’anno precedente.

L'Irccs conferma che la dottoressa Michela De Petris non è stata licenziata dal San Raffaele

Michela De PetrisSan Raffaele, Dieta Vegana contro Tumori: Michela De Petris non è stata licenziata. L'Irccs comunica che “non c'è stato alcun licenziamento" per la nutrizionista che aveva consigliato una “dieta vegana" a un paziente“.

Una trentina di giorni fa, Le Iene avevano proposto il servizio di un paziente calabrese al San Raffaele di Milano con metastasi al cervello derivanti da un tumore al polmone.

Una nutrizionista collaboratrice dell'ospedale, M.D.P., aveva prescritto una dieta vegana, successivamente alla quale il residuo di lesione cerebrale rimasto dopo la radioterapia sarebbe regredito.

Secondo gli oncologi l'effetto è da ricondurre alla radioterapia, ma all'indomani del servizio tv i centralini del San Raffaele erano stati bombardati da chiamate di pazienti interessati a essere curati con un regime alimentare vegano.

“L'ospedale San Raffaele - scrive l'Irccs (Istituto nazionale tumori) in una nota, firmata dalla direzione sanitaria - in merito a eventuali nuovi approcci terapeutici di natura nutrizionale (anche in campo oncologico), tiene a precisare di non avere pregiudizi; tuttavia, i medici e gli specialisti dell'Istituto ritengono doveroso mantenere un approccio rigoroso e orientare le proprie scelte terapeutiche sulla base degli ultimi risultati e delle più aggiornate informazioni che provengono dalla ricerca scientifica e dai protocolli internazionali“.

I cibi animali causano le infiammazioni intestinali. La tendenza in Italia

Consumo carneSecondo i risultati di uno studio
pubblicato sulla rivista Nature una dieta troppo ricca di cibi animali può favorire la crescita di microrganismi legati alle infiammazioni intestinali.

In particolare secondo la ricerca una dieta basata su cibi animali induce l’aumento di microorganismo tolleranti alla bile e diminuisce i livelli di batteri che metabolizzano i polisaccaridi vegetali.

Una dieta ricca di cibi animali la forte presenza e l’attività di un batterio, Bilophila wadsworthia, favorisce una correlazione tra grassi alimentari, acidi della bile e la crescita di microrganismi capaci di favorire infiammazioni intestinali.

Eppure gli italiani consumano sempre meno frutta e verdura. A lanciare l'allarme è un'analisi della Coldiretti che rivela come gli acquisti di frutta e verdura degli italiani nel 2013 sono crollati scendendo al minimo da inizio secolo.

Secondo la Coldiretti la riduzione il consumo di frutta (-17%) ma soprattutto la verdura (-20%), rispetto al 2000 ed è stata progressiva ma con una forte accelerazione negli anni della crisi.

Secondo quanto riferisce la Coldiretti un frutto su quattro acquistati dagli italiani è la mela che si classifica come la preferita ma sul podio salgono anche le arance, che si classificano al secondo posto, e le pere mentre a seguire nella lista della spesa delle famiglie ci sono le pesche, clementine, meloni, uva e kiwi, tra quelli di produzione nazionale. Tra gli ortaggi e le verdure la star assoluta in tavola è la patata seguita dai pomodori, dalle insalate, dalle zucchine e dalle carote.

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