Globalizzazione

Dal 2015 le carte di credito saranno biometriche

Carte di credito biometriche
La paura del furto di identità e i crimini bancari cibernetici hanno portato ad una ricerca spasmodica per cercare nel corpo umano dei caratteri non riproducibili. Si è pensato a sistemi che riconoscano le vene, i volti, l'iride, il tono della voce e perfino le lacrime dell'uomo, per arrivare a stabilire i canoni di una unica identità globale rintracciabile con un solo clic standardizzato e centralizzato che darà accesso ad una matrice consumer, Internet e bancaria unica.

Un passo in questo senso è l'evoluzione di un ID biometrico voluto dalla MasterCard che insieme alla compagnia norvegese Zwipe introdurrà le prime CARTE DI CREDITO completamente biometriche, che al posto del PIN avranno un sensore di verifica a fingerprint.

Lo scorso 26 settembre 2014 la MasterCard e la norvegese Zwipe hanno annunciato il lancio di una carta di pagamento contactless, con un sensore di impronte digitali integrato. Possiamo dire addio al PIN.

PC Mag ha verificato la semplicità della procedura di questa carta: basta tenere il pollice premuto sull'ID per le impronte digitali sulla carta di credito e passarla sopra un punto di pagamento contactless. Quando la transazione è terminata, la macchinetta emette un segnale acustico. Questa carta di credito dovrebbe arrivare il prossimo anno. “È nostra convinzione è che dovremmo essere in grado di essere identificati senza dover usare password o codici PIN. L'autenticazione biometrica può aiutarci a farlo” - ha dichiarato Ajay Bhalla, presidente dell'Ufficio di Sicurezza aziendale della MasterCard. Bhalla non è estraneo alla tecnologia contactless e sa bene cosa potrebbe significare per la MasterCard. Ha seguito la sperimentazione della tecnologia contactless PayPass di MasterCard in 14 mercati asiatici e ha consolidato diverse partnership, una delle quali ha permesso ai viaggiatori di pagare con una contactless MasterCard i servizi di trasporto pubblico a Singapore.

Controllo totale delle masse: tutti microchippati alla nascita entro 10 anni

Neonati microchippatiDopo aver fatto le prove tecniche con i nostri animali domestici, sono pronti per il salto di qualità.

Gli increduli avranno un’altra decina di anni per dire che si tratta di una bufala e che noi siamo complottisti, paranoici e visionari.

Poi, quando verranno microchippati i loro figli, cambieranno il preamobolo e diranno qualcosa tipo: “Ma che male c’è, lo fanno per la salute dei nostri bambini, siete i soliti complottisti, paranoici e visionari”.

Veniamo ai fatti: Leslie Saxon, capo della divisione di cardiologia della University of Southern California, in una conferenza organizzata dall’Institute of Electrical and Electronic Engineers, ha detto che entro dieci anni i neonati riceveranno un tatuaggio contenente un microchip in grado di monitorare tutti i parametri vitali.

I dati potranno essere trasmessi direttamente allo smartphone dei genitori e dei pediatri per monitorare la salute dei bimbi in tempo reale [Fonte: Il Secolo XIX]

Avevamo già parlato di una proposta simile nel lontano 2012 (leggi qui) ma ora sembra che la proposta sia diventata ufficialmente una tappa del progetto mondialista di controllo totale delle masse.

Sesto Potere: tutti sorvegliati e felici

videosorveglianza - Obama feliceLe preoccupazioni per l’uso intensivo dei media digitali come strumenti di sorveglianza pervasiva sono aumentate esponenzialmente dopo le rivelazioni della “gola profonda” Edward Snowden sulle pratiche di spionaggio messe in atto dai suoi ex datori di lavoro, la maggiore agenzia di sicurezza Usa, la Nsa, ai danni dei cittadini americani e di tutti gli altri paesi, nonché di capi di Stato (anche alleati) e imprese pubbliche e private.

A mano a mano che Snowden rendeva noti nuovi documenti che denunciavano tali pratiche – intercettazioni di conversazioni telefoniche, email e quant’altro – i media sfoderavano gli immancabili riferimenti al romanzo “1984” di Orwell, o al Panopticon di Bentham, utilizzato da Michel Foucault come emblema di una modernità assurta a regno della sorveglianza e del controllo. Ora un libro a quattro mani di David Lyon e Zygmunt Bauman (si tratta di una conversazione a distanza, realizzata attraverso lo scambio di email) dal titolo “Sesto Potere. La sorveglianza nella modernità liquida” (ed. Laterza) suggerisce una prospettiva diversa.

Lyon, da sempre attento analista dei problemi della sorveglianza, e Bauman, il filosofo che ha sostituito il concetto di “modernità liquida” alla categoria di modernità, ribaltano gli scenari orwelliani e foucaultiani di cui sopra, ai quali contrappongono quattro tesi di fondo:

  1. viviamo in un mondo post-panottico in cui le nuove forme di controllo e sorveglianza assumono le caratteristiche tipiche del consumo e dell’intrattenimento;

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