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La popolazione mondiale potrebbe raggiungere i 10 miliardi

La popolazione mondiale potrebbe raggiungere i 10 miliardiL'umanità si trova di fronte a carestie e guerre mondiali. Entro la fine del 21° secolo la popolazione del pianeta potrebbe aumentare da 7 a 10 miliardi. Questa previsione è stata elaborata dagli scienziati australiani dell'Università di Adelaide.

Le risorse naturali permetteranno di sfamare tanta umanità?

Oppure la politica demografica cinese di “una famiglia, un bambino” dovrà diffondersi anche in altri Paesi?

Soprattutto qual è il numero ottimale di persone che il pianeta è in grado di nutrire?

Oggi l'umanità consuma con grande velocità ciò che la Terra ha creato in milioni di anni. Primi tra tutti i giacimenti di petrolio e gas. Anche l’enorme porzione di territorio usato come terreno agricolo. Ma l'efficacia nell'uso di queste risorse naturali è scarsa. Questo è il principale problema di gestione ambientale che deve essere affrontato subito, ne è sicuro il capo del Centro per gli studi sulla popolazione della Facoltà di Economia dell'Università statale di Mosca nonché Capo del Laboratorio di Economia e Demografia della Popolazione, Valery Elizarov:

Il problema della sovrappopolazione è molto complesso. Non parlerei più di sovrappopolazione, ma di un altro fattore che riguarda la proporzionalità nello sviluppo umano tra popolazione e risorse disponibili. Nel processo di sfruttamento delle risorse naturali, produciamo un enorme inquinamento che deve essere risolto. L'idea della sostenibilità dello sviluppo umano è l'idea fondamentale su cui dovremo concentrarci nel prossimo futuro. Occorre definire già da oggi come costruire la nostra vita, sfruttare consapevolmente le risorse naturali e costruire un’economia per non peggiorare le condizioni di vita delle generazioni future.

Nel 2100 la popolazione mondiale raggiungerà i 12 miliardi

Popolazione mondialeLa popolazione della Terra è di 7,2 miliardi di persone, una cifra considerevole, visto che nel 1950 eravamo solo 2,5 miliardi.

La crescita è senza freni, e uno studio svolto dall’università di Washington sui dati più recenti delle Nazioni Unite, pubblicata sulla rivista Science, stima che nel 2100 saremo tra i 9,6 e i 12,3 miliardi, con una curva sempre rivolta verso l’alto.

La parte del leone la farà l’Africa, infatti, si prevede che continueranno a fare figli, con una diminuzione del tasso di mortalità dovuto alle malattie infettive, e la proiezione indica che da 1 miliardo di persone, il continente africano passerà a 3,5 – 5 miliardi, con la Nigeria, che è attualmente lo stato più popoloso, che passerà dai 200 milioni di persone a 900 milioni.

L’Asia invece, come riporta questo studio, presenterà minori sorprese, aumentando non di molto sino al 2050, attualmente sono 4,4 miliardi di persone, attestandosi sui 5 miliardi, per poi avere un lento declino. Queste previsioni ci indicano che nel 2100 almeno 8 persone su 10 saranno africane o asiatiche, mentre solo 1 o 2 saranno di altri continenti. Americhe e Europa, dovranno fare, volenti o nolenti, i conti con l’invecchiamento della popolazione, con notevoli difficoltà nel mantenere in piedi le economie.

Vedremo come andrà a finire, quello che già sappiamo è che la corsa per l’accaparramento del cibo e dell’energia è belle cominciata da un pezzo, con la conseguenza che le guerre sono aumentate e aumenteranno sempre di più. Non sono sicuro che questi dati verranno confermati, perché la capacità distruttiva dell’essere umano pare senza freni, avendo a disposizione strumenti di morte mai posseduti prima, immaginando una facile escalation negli anni a venire.

In Italia la povertà diventa un allarme sociale

Povertà in ItaliaNel 2013, il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo è in termini assoluti (2 milioni 28 mila).

Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila).

Tra il 2012 e il 2013, l'incidenza di povertà relativa tra le famiglie è stabile (dal 12,7 al 12,6%) in tutte le ripartizioni territoriali; la soglia di povertà relativa, pari a 972,52 euro per una famiglia di due componenti, è di circa 18 euro inferiore (-1,9%) al valore della soglia del 2012.

L'incidenza di povertà assoluta è aumentata dal 6,8% al 7,9% (per effetto dell'aumento nel Mezzogiorno, dal 9,8 al 12,6%), coinvolgendo circa 303 mila famiglie e 1 milione 206 mila persone in più rispetto all'anno precedente.

La povertà assoluta aumenta tra le famiglie con tre (dal 6,6 all'8,3%), quattro (dall'8,3 all'11,8%) e cinque o più componenti (dal 17,2 al 22,1%). Peggiora la condizione delle coppie con figli: dal 5,9 al 7,5% se il figlio è uno solo, dal 7,8 al 10,9% se sono due e dal 16,2 al 21,3% se i figli sono tre o più, soprattutto se almeno un figlio è minore. Nel 2013, 1 milione 434 mila minori sono poveri in termini assoluti (erano 1 milione 58 mila nel 2012).

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