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Dopo aver partecipato a “Le Iene" la dottoressa Michela De Petris viene licenziata dal San Raffaele

La dottoressa Michela De PetrisNon si ci aspettava potesse accadere una cosa simile ma dopo quello che è successo l'hanno cacciata via

Partecipi al programma “Le Iene” e dopo vieni licenziata?

Tutto può accadere ed è quello che è successo alla dottoressa Michela De Petris medico chirurgo specializzato in alimentazione oncologica, collaboratrice del San Raffaele di Milano. Ma vediamo di raccontare meglio cosa è accaduto ed ha portato al licenziamento della donna.

A “Le Iene” è stato trasmesso un servizio di Pablo Trincia dove si parlava di una possibile correlazione tra un’alimentazione vegana e la guarigione dal tumore.

Nel servizio veniva raccontata la storia di Antonio, in cura con la dottoressa De Petris e altri medici del San Raffaele di Milano. L’uomo dopo essersi curato con la medicina tradizionale e aver avuto una recidiva, decide di intraprendere un percorso alimentare inizialmente vegan-crudista e in seguito vegano, guarendo completamente dal tumore.

Nel servizio è stata intervista proprio la dottoressa Michela De Petris sottolineando come l’alimentazione vegana possa, per alcune patologie, portare alla guarigione, mentre per altre possa essere di aiuto per bloccare il processo degenerativo. Dopo il servizio la brutta sorpresa per il medico, infatti inizialmente l’Ospedale San Raffaele aveva preso le distanze da quello dichiarato dalla donna diramando un comunicato nel quale dichiarava che nulla si può sostituire alle terapie tradizionali e che la dottoressa De Petris, aveva espresso SOLO opinioni personali. Poi la decisione di escluderla del tutto.

Un sito militare Usa promuove lo spopolamento della terra

Henry Kissinger depopulationQuesto scioccante video è appena emerso dal sito Defense Intelligence Agency (DIA) e promuove apertamente lo spopolamento globale, aggiungendo che stanno prendendo provvedimenti per evitare che più persone popolino la Terra.

Elenco dei modi in cui stanno attualmente implementando il loro ordine del giorno:

1 - OGM (Organismi Geneticamente Modificati)

Vi siete mai chiesti perché la Cina, la Russia, e circa 60 altri paesi richiedono l'etichettatura degli OGM, ma l'America non lo fa? Oggi ci chiediamo perché la FDA mette un timbro di approvazione su un prodotto che provoca tumori, cancro e infertilità negli animali da laboratorio? La domanda è perché gli OGM sono consentiti e messi sugli scaffali quando sono stati conosciuti come portatori allo sviluppo di tumori e cancro negli esseri umani? Inoltre ci chiediamo perché i tassi di natalità sono in un costante declino negli ultimi 12 anni?

La risposta è semplice, coloro che cercano di controllarci stanno attuando i loro protocolli subdoli sulla popolazione che inizia con la sterilizzazione di massa e lo spopolamento attraverso OGM. Mentre la ricerca continua a dimostrare che consumare OGM conduce alla mutazione delle cellule nel corpo umano, le nostre élite continuano ulteriormente la produzione del prodotto. L'unica risposta, ci vogliono morti!

Svizzera: stop all'immigrazione di massa. Un bello smacco per l'Europa

Basta immigrazione di massaUno schiaffone in piena faccia. Questa l’immagine, un poco a tinte forti, con la quale potremmo sintetizzare l’esito dell’odierno referendum svizzero in tema di immigrazione.

Si trattava dell’iniziativa popolare del partito della destra nazional-conservatrice UDC dal titolo, come al solito concreto fino alla brutalità, “contro l’immigrazione di massa”. In realtà, l’obiettivo dei promotori è meno draconiano di quel che potrebbe apparire: nessuna espulsione di massa o revoche di cittadinanza alle viste, ma una reintroduzione del controllo confederale sulla materia attraverso il meccanismo delle “quote” e la contestuale rinegoziazione del trattato di libera circolazione delle persone al quale anche la Svizzera ha aderito, dopo laboriose trattative ed un altro voto popolare nel 2002.

In questi termini la proposta è sembrata, perlomeno alla risicata maggioranza dei favorevoli nelle urne, più una questione di buonsenso che una pericolosa deriva populista come era stata dipinta dall’insieme di partiti, sindacati ed organizzazioni imprenditoriali svizzere e dall’interessata burocrazia continentale sempre più ansiosa di stringere nel proprio abbraccio mortale la riottosa nazione alpina.

Fino a poche settimane or sono il destino del quesito sembrava scontato: un netto rifiuto previsto ed avallato da tutti i centri di potere, in primis dal Consiglio Federale, dalle burocrazie di cui sopra e dai media liberal e compiacenti.

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