Paradossi

Confusione mentale globale

LabirintoMi sorprende che la gente si sorprenda degli scandali esibiti con compiaciuta morbosità dai media: viviamo in un mondo inquinato alle radici, sia in senso letterale sia metaforico.

La corruzione e la turpitudine sono in ogni dove: quasi più nulla è immune dal contagio. Il nostro pane quotidiano è veleno.

Gli individui sono sempre più degeneri, stupidi, cattivi. Le eccezioni restano tali.

È vero: le svolte sono numerose, ma purtroppo sono negative.

Dov’è il risveglio delle coscienze così tanto decantato ed ambito?

Non sarebbe bastevole che si ridestasse davvero una sola coscienza per il risorgimento dell’umanità?

Allora perché non accade?

Si passa di disinganno in disinganno, di disappunto in disappunto: ogni attesa è disattesa.

In arrivo l'Uber per i funerali. Si chiama UMER

UmerIn Russia sta per nascere il progetto Umer, l'Uber dei funerali. Umer in russo significa “è morto”.

Un nome non certo scelto a caso, un'assonanza con il famosissimo Uber che è un gioco di parole concepito alla perfezione, una vera strategia commerciale.

È incredibile come il mondo di Internet possa interagire praticamente con ogni tipo di commercio. Umer è un'applicazione per organizzare una cerimonia funebre senza tralasciare nulla.

Il funzionamento è molto semplice: basta digitare in Umer le generalità del defunto, la data del suo decesso, la sua religione di appartenenza e il suo indirizzo. Fatto ciò, i parenti del defunto dovranno solo scegliere il cimitero dove tumulare la salma e l'agenzia che dovrà farlo. I parenti del defunto avranno anche la possibilità di essere assistiti, tramite l'applicazione, da un operatore che avrà il compito di completare l'organizzazione del funerale e di sbrigare ogni pratica burocratica prevista per l'evento funebre.

Secondo i promotori con Umer il fruitore avrà la possibilità di controllare, in maniera molto precisa, tutte le spese. Questa applicazione permetterà un notevole risparmio.

Zygmunt Bauman: l’umanità si è fatta soggiogare dall'élite

«Le opere di Bauman, che, per quanto fortunate editorialmente, sono state cibo per pochi, purtroppo, sono un tesoro cui attingere per comprendere le ingiustizie del tempo presente, denunciarle, e se possibile, combatterle». Così Angelo d’Orsi ricorda su “Micromega”, all’indomani della sua scomparsa, il grande sociologo polacco Zygmunt Bauman, massone progressista e celebrato teorico della “società liquida”: «Il messaggio che ci affida è appunto di non smettere di scavare sotto la superficie luccicante del “mondo globale”, come ce lo raccontano media e intellettuali mainstream, che non solo hanno rinunciato al ruolo di “legislatori”, trasformandosi compiutamente in meri “interpreti”, ossia tecnici, ma sono diventati laudatores dei potenti».

Nato a Poznan nel 1925, Bauman aveva attraversato il “tempo di ferro e di fuoco” dell’Europa fra le due guerre, «tra nazismo, stalinismo, cattolicesimo oltranzista, antisemitismo». Di origine ebraica, «si era allontanato dalla sua terra, per sottrarsi proprio a una delle tante ondate di furore antiebraico, che da sempre la animano». Era stato comunista militante, poi allontanatosi dal marxismo canonico, fino alla “scoperta” di un grande italiano, Antonio Gramsci, «che lo aveva aiutato a leggere il mondo con occhi nuovi», rispetto alla vulgata marxista-leninista e alle scienze sociali angloamericane.

Bauman aveva studiato sociologia a Varsavia, con maestri come Stanislaw Ossowski, prima di trasferirsi in Israele, all’università di Tel Aviv, e quindi a Leeds, in Inghilterra dove insegnò per decenni.

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