Alimentazione

Produrre latte implica un devastante impatto ambientale

L'impatto ambientale degli allevamenti

Il mondo moderno industrializzato minaccia l'ambiente naturale in più e più modi. Di queste minacce, e di come porvi rimedio, si discute con passione da anni in vari ambiti.

Ma viene sempre trascurato un fattore fondamentale: l'allevamento di animali per l'alimentazione umana, causa di un devastante impatto sull'ambiente. Che sia per la produzione di “carne” o di uova o di latte, non fa differenza, perché sempre di allevamento si tratta, e il fatto che gli animali, prima di essere uccisi per la loro carne, abbiano prodotto latte, o abbiano prodotto uova, cambia poco, per quanto riguarda il problema dell'impatto ambientale.

Ormai la metà delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali, semi oleosi, foraggi, proteaginose, destinati agli animali. Per far fronte a questa immensa domanda - in continuo aumento, in quanto le popolazioni che tradizionalmente consumavano pochi alimenti animali oggi iniziano a consumarne sempre di più - si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale, per far spazio a nuovi pascoli o a nuovi terreni da coltivare per gli animali, che in breve tempo si desertificano, e si fa un uso smodato di prodotti chimici per cercare di ricavare raccolti sempre più abbondanti.

Sono ormai sempre di più gli studiosi che denunciano con articoli ben circostanziati - sia su riviste tecnico-scientifiche che divulgative - che uno dei modi più potenti di proteggere l'ambiente è quello di cambiare modo di mangiare, tornando a modelli più tradizionali e diminuendo quindi drasticamente il consumo di carne e altri alimenti di origine animale (latte, uova), la cui produzione è estremamente dispendiosa in termini di risorse (terreni, energia, acqua) e di inquinanti emessi (gas serra, sostanze chimiche, deiezioni ad alto potere inquinante).

Le magiche virtù dell'alloro

AlloroSicuramente tutti abbiamo in dispensa le foglie d’alloro, usato generalmente per condire gli alimenti, ma non tutti conoscono gli innumerevoli benefici che questa pianta può apportare al nostro organismo.

L’alloro è, infatti, una pianta dalle mille risorse, sia per i nostri cibi che per la nostra salute.

Questa pianta, infatti, può essere usata in tantissimi modi: possiamo utilizzarla in cucina oppure fare degli infusi oppure ancora utilizzarla come un incenso.

Vediamo insieme come sfruttare al massimo tutti i benefici e le proprietà di questa meravigliosa pianta e i suoi usi.

  • L’alloro è perfetto per curare problemi di flatulenza o gas intestinali, una semplice tazza di infuso di alloro è sufficiente.
  • Regolarizza in maniera efficace la produzione di insulina per contrastare l’eccesso di zucchero nel sangue.
  • È ricca di potassio e, per questo, si raccomanda a chi soffre di dolori muscolari e perfino agli atleti, di bere una tazzina di infuso di alloro.
  • Le foglie, applicate sulle ferite o sulle bruciature come un cerotto, faranno sì che queste si cicatrizzino in pochi giorni.
  • Ha un effetto diuretico, e per questo aiuta il nostro corpo ad eliminare i liquidi in eccesso e a combattere la ritenzione idrica.

L'uomo potrebbe vivere centinaia di anni

LongevitàChi vuole vivere per sempre? Una scoperta scientifica potrebbe rivelare che gli esseri umani possono vivere per centinaia di anni. Modificando il nostro DNA, potremmo sopravvivere per centinaia di anni – se lo vogliamo.

Degli scienziati californiani hanno progettato un organismo modificato geneticamente per vivere 10 volte rispetto alla norma. È la più grande estensione della longevità mai raggiunta dai ricercatori che studiano la natura dell’invecchiamento.

Se questo lavoro potesse mai essere trasferito sugli esseri umani, ciò significherebbe che potremmo vedere un giorno persone che vivono per 800 anni. Tutto ciò sarà mai una possibilità realistica?

Valter Longo fa parte di un piccolo ma influente gruppo di specialisti in questo settore che crede che una vita di 800 anni, non è solo possibile, ma è inevitabile. È stato il suo lavoro presso la University of Southern California, che ha portato alla creazione di un ceppo di lievito che può vivere per 10 settimane o più, invece di morire alla solita età massima di una sola settimana.

Con l’eliminazione di due geni nel genoma del lievito e fornendogli una dieta ipocalorica, Longo è stato capace di estendere di dieci volte la durata della vita delle stesse cellule di lievito utilizzate dai fornai e birrai. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Public Library of Science Genetics.

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