Ecologia

Il riscaldamento globale esiste veramente? Alcuni studi dicono di no!

Il riscaldamento globale non esisteLa macchina mediatica ha trascorso decenni a glissare su chi dice che il riscaldamento globale è una farsa.

Sono addirittura definiti con un titolo poco intelligente - “negazionisti”.

Ogni volta che un ondata di calore colpisce, ogni volta che l'immagine di un orso polare solitario viene ripresa... sinistre sterline son poste sul tavolo della riforma ambientale, più politica, più soldi per combattere il cambiamento climatico.

Ma quanto è realmente riscaldato il mondo?

Il loro messaggio è semplice: o sali sul carrozzone del riscaldamento globale di origine antropica... o sei solo ignorante.

Ma quanto è riscaldato il mondo?

È una domanda importante, considerando che il governo degli Stati Uniti spende 22 miliardi di dollari l'anno per combattere la crisi del riscaldamento globale (il doppio di quanto si spende proteggere il proprio confine).

In prospettiva, sono 41.856 dollari spesi ogni minuto per iniziative sul riscaldamento globale.

Oceani distrutti dall'uomo

Sacchetti di plastica in mareSono un ammiratore delle inchieste di Dahr Jamail. In questo articolo, Oceani in crisi, Jamail ci dice che stiamo perdendo gli oceani. Parla della distruzione degli oceani da parte dell’uomo.

È una distruzione reale, con conseguenze ad ampio spettro.

Il fatto è inequivocabile.

Dal mio punto di vista la distruzione degli oceani da parte dell’uomo è un ulteriore sintomo della natura rovinosa del capitalismo privato. Nel capitalismo non c’è alcun pensiero volto al futuro del pianeta e dell’umanità, solo per i bonus e i profitti a breve termine. Di conseguenza i costi sociali sono ignorati.

Il capitalismo può funzionare se i costi sociali ed esterni possono essere inclusi nei costi di produzione. Però le compagnie più potenti possono bloccare un capitalismo socialmente funzionante grazie ai loro contributi alle campagne politiche.

Di conseguenza, sono i capitalisti stessi a fare del capitalismo un sistema disfunzionale. Potremmo aver raggiunto il punto in cui i costi esterni di produzione sono maggiori del valore del tornaconto capitalista. L’economista Herman Daly ha fatto un caso studio su questo punto.

Mentre i potenti capitalisti usano l’ambiente per se stessi come una discarica gratuita, i costi accumulati minacciano la vita di tutti.

Le mezze stagioni sono ormai un ricordo

Clima senza stagioniGermogli precoci in primavera e foglie ritardatarie, che in autunno si dimenticano di cadere. E poi steppe che rimangono verdi e savane che si seccano sempre di più. Stavolta non sono luoghi comuni, è scienza.

Negli ultimi decenni i ritmi della natura sono cambiati. È quanto emerge da uno studio della Goethe-Universität di Francoforte, che ha compilato diverse serie di dati satellitari.

I cambiamenti identificati dallo studio non avranno impatti solo sulle aree naturali e sugli ecosistemi, ma sono destinati a cambiare l’agricoltura di tutto il mondo. Infatti si tratta dell’intero sistema di scambio di carbonio e di energia tra il suolo e l’atmosfera.

“Non c’è un angolo in tutto il pianeta che non sarà influenzato da questi cambiamenti”, spiega l’autore della ricerca, Robert Buitenwerf.

Lo studio ha analizzato i dati satellitari tra il 1981 e il 2012 sulla base di 21 parametri che misurano l'attività della vegetazione, allo scopo di misurare la durata e l'intensità della crescita delle foreste, dalle conifere della fascia boreale, fino elle foreste pluviali nei tropici. Il risultato è preoccupante: su 54 percento della superficie

terrestre, almeno uno dei parametri di attività vegetativa si è allontanato dal valore medio, di oltre due livelli di deviazione.

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