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- Posted By: Capuano Edoardo
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Il coronavirus cinese viene dai serpenti
La regione dell'Africa centrale sta vivendo una rapida urbanizzazione, crescita economica e sviluppo delle infrastrutture.
Secondo un gruppo internazionale di scienziati, questi cambiamenti, sebbene generalmente positivi e graditi, rendono la regione più vulnerabile agli attacchi di malattie infettive esplosive.
Scrivendo nel New England Journal of Medicine,(1) gli autori, che hanno tutti esperienza di ricerca sul campo nella regione, osservano che gli sforzi per costruire l'infrastruttura sanitaria in Africa centrale sono critici per mitigare o prevenire un grande focolaio di Ebola o altra malattia infettiva nella regione. Gli autori rappresentano 12 diverse organizzazioni, tra cui l'Istituto Nazionale di allergie e malattie infettive, parte del National Institutes of Health.
Citando l'esempio dell'epidemia di Ebola del 2013-2016 in Africa occidentale, si nota che la Liberia, la Sierra Leone e la Guinea hanno tutti una grande popolazione urbana e mobile. Tra gli altri fattori, questo ha permesso al virus Ebola di diffondersi rapidamente attraverso questi paesi e sopraffare le loro limitate infrastrutture sanitarie, provocando oltre 28.000 casi di malattia da virus Ebola e 11.000 morti.
Attraverso il loro campo in Africa centrale lavorano per diversi anni - principalmente nella Repubblica del Congo e nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) - i ricercatori hanno osservato quello che descrivono come il tasso di urbanizzazione più veloce al mondo. Entro il 2030, scrivono, si prevede che metà della popolazione dell'Africa centrale vivrà in aree urbane.
Comprendono malattie psichiatriche come ansia, depressione, disturbi bipolari e neurologiche come Alzheimer e demenza e nel mondo ne soffre quasi una persona su 10.
Sono i disturbi mentali, che in Europa colpiscono circa il 25% delle persone ogni anno. Un problema di proporzioni enormi con ricadute sociali altrettanto grandi: nei Paesi ad alto reddito i disturbi mentali rappresentano la principale causa di perdita in anni di vita per morte prematura e disabilità.
Secondo i dati Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) depressione, schizofrenia, disturbi bipolari riducono infatti la speranza di vita media di circa venti anni rispetto alla popolazione generale. Nel corso della vita, una persona su due avrà esperienza di un disturbo mentale e una conseguente riduzione delle opportunità di occupazione, di produttività e di salari.
Ingenti sono anche le ricadute economiche: i costi (diretti e indiretti) delle malattie mentali (statistiche Ocse) possono superare il 4% del Pil (Prodotto interno lordo).