La UE vuole tassare tutte le foto

Unione Europea copyrightIl 9 luglio il Parlamento europeo voterà un testo di indirizzo sulla revisione del copyright.

Per pubblicare foto o video di opere d’arte o d’architettura contemporanea in spazi pubblici sarà necessaria l’autorizzazione “degli autori o di chi agisce in nome loro”.

Il divieto vale per gli usi “commerciali”.

Questo anche se si tratta di una foto propria: per utilizzare la vostra foto di un monumento in un qualsiasi spazio (Facebook ad esempio) che abbia a che fare anche indirettamente con un ricavo economico dovrete chiedere il permesso agli architetti o agli artisti le cui creazioni compaiano nella vostra inquadratura.

Si legge nei documenti UE: Freedom of panorama

On the “freedom of panorama” principle, such as the right to create and share images and photographs of public buildings, the text cautions that the commercial use of such reproductions should require authorization from the rightholder.

Ad esempio, un giornale o questo blog, dovrebbe chiedere il permesso (e pagare non si sa chi, probabilmente una sorta di SIAE) prima di pubblicare questa foto:

Tabù Ufo: Il parere di due scienziati

Ufo top secretUn contributo al dibattito di due autorevoli ricercatori.

Il primo è di Nalin Chandra Wickramasinghe, professore di matematica applicata e astronomia presso i College University di Cardiff, Galles. Il secondo parere è di Eric Davis, fisico della propulsione e ricercatore pressol'Institute for Advanced Studies di Austin.

È noto che, spesso, gli scienziati siano riluttanti a discutere apertamente della possibilità della vita extraterrestre e del fenomeno UFO.

Anche se il grande pubblico è particolarmente interessato all’argomento, la comunità scientifica sembra evitare accuratamente l’argomento attraverso un silenzio autoimposto, non importa quanto sia forte l’evidenza.

Il negazionismo della maggioranza degli scienziati, secondo cui la vita extraterrestre non può esistere nelle nostre immediate vicinanze, tanto più il controverso fenomeno UFO, sembra essere una regola non scritta a cui si attengono come una sorta di dogma, un atteggiamento completamente opposto a quello della ricerca scientifica, che necessità di curiosità, onestà intellettuale, assenza di pregiudizio e ricerca, tanta ricerca.

Gli antichi romani utilizzavano ‘nanotecnologie’ per creazioni artistiche

I romani sapevano come fare e come utilizzare le nanoparticelle per creazioni artistiche. Non è la prima volta che la tecnologia romana sorprende i ricercatori moderni, superando il livello attuale di conoscenza.

Il meraviglioso calice che vedete nella foto (sopra) possiede una intrigante caratteristica: quando è illuminato da una fonte diretta, esso appare di color verde-giada, mentre se la fonte di luce è posta dietro l’oggetto, esso apparirà di colore rosso sangue.

Si tratta di un calice di vetro, conosciuto come ‘La Coppa di Licurgo’, poiché riporta una scena che coinvolge il re Licurgo di Tracia, importante personaggio della mitologia greca.

Acquistato nel 1950 dal British Museum, l’enigmatica proprietà del calice ha sconcertato gli scienziati per decenni. Una prima risposta arrivò solo nel 1990, quando un team di ricercatori inglesi, esaminando alcuni frammenti del calice al microscopio, scoprirono che gli artigiani romani furono pionieri nell’utilizzo di nanotecnologie.

La tecnica consisteva nell’impregnare il vetro con una miscela di particelle di argento e oro, fino a farle raggiungere le dimensioni di 50 nanometri di diametro, meno di un millesimo delle dimensioni di un granello di sale.

Pagine