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Il biossido di carbonio è indispensabile alla vita sulla Terra

CO2Un recente documentario, intitolato “Carbon dioxide, the pollutant debunked”, dimostra che il biossido (o diossido) di carbonio – la dicitura “anidride carbonica” è obsoleta ed imprecisa – non è, a differenza di quanto affermano i buffoni della climatologia e gli ignoranti, un inquinante né tanto meno il responsabile di un inesistente riscaldamento globale.

Questi i punti fermi sul CO2.

• Il biossido di carbonio è indispensabile alla vita sulla Terra: senza CO2 il fitoplancton e le piante morirebbero. Senza le piante, non esisterebbe la fotosintesi clorofilliana che rifornisce l’atmosfera di ossigeno.

• I rapporti degli “scienziati” che cianciano di “global warming” sono una truffa.

• Di per sé un accrescimento naturale delle temperature non è una calamità: si ricordi l’optimum climatico che, tra il secolo XII e XIV consentì ai Normanni di stabilire degli insediamenti in Groenlandia dove furono praticati l’agricoltura e l’allevamento. I Normanni, dopo aver colonizzato le coste meridionali della Groenlandia, si diressero in America di cui sono i veri scopritori, poiché gli Uomini del Nord furono i primi ad attribuire al nuovo continente un nome. Essi lo chiamarono Vinland che significa “terra della vite selvatica” o “terra delle praterie”.

La NASA vi presenta le foto di Marte. Ma siamo poi sicuri che sono foto di Marte?

Ecco, da poco giunta la “balla spaziale del secolo”! Silenzio su tutti gli altri fronti e… poche righe su Internet. L’ha trasmessa solo il TG5 delle 20:00 il 2 Maggio u.s. (2017 per chi dovesse leggerlo più avanti). La presentazione al minuto 26:23 del video (link) recita:

«Alla NASA c’è un grave problema economico per le tute dei cosmonauti»

e, sulla slide si legge:

“La NASA a corto di tute spaziali: un flop le costose ricerche per sviluppare le nuove“.

Nonostante l’assegnazione di quasi 200 milioni di dollari! Le tute, che ora usano gli astronauti, sono state create 40 anni fa. Il periodo di servizio previsto per le tute spaziali era stato calcolato solo per 15 anni.

Ora leggete con attenzione: «Le tute spaziali che utilizza la NASA per la Stazione internazionale continuano a dare una vasta gamma di problemi connessi con la progettazione (confermando, ancora una volta, che non c’è nessuna valida esperienza precedente, tipo andare sulla Luna) e rappresentano un rischio per la salute. Solo 11 dei 18 sistemi di supporto vitale posizionati negli zaini, che supportano il lavoro degli astronauti nello spazio, possono essere utilizzati, ci preoccupiamo del loro utilizzo prima della fine del periodo di lavoro sulla Stazione», così si legge nel rapporto dell’ispettore generale della NASA, Paul Martin (sarà utile rammentare che, secondo un comunicato dell’ESA del 7/01/2009, l’ISS orbita solamente tra i 330Km e i 435Km dalla Terra?).

Nel 2030 prevista fusione uomo-macchina. Nanobots nei corpi della popolazione

Nanobots negli organismi umani dal 2030Pubblichiamo un articolo in cui è delineata la fusione uomo-macchina attraverso nanostrutture [1] introdotte negli organismi. La conoscenza della biogeoingegneria e dei suo sinistri addentellati ci permette di vedere nelle “previsioni” di Evans e Kurzweil una situazione in gran parte già realizzata. Le virgolette all’interno del testo sono nostre.

L’ “esperto” di scenari futuri, Dave Evans, ha recentemente condiviso i suoi convincimenti circa l’interazione uomo-macchina prossima ventura. In un'intervista rilasciata a James Bedsole, Evans ha illustrato le prospettive evocate da un altro “specialista” del settore, Ray Kurzweil. Kurzweil si riferisce a nanobots negli organismi umani entro il 2030.

Raymond Kurzweil, ingegnere ed esponente di spicco di Google, sembra avere talento per le predizioni accurate. Egli ha ribadito le sue anticipazioni a proposito della cosiddetta singolarità tecnologica che avverrà entro il 2045. Per Kurzweil, questo non si tradurrà in un mondo dove l’ “intelligenza” artificiale controllerà tutto e tutti, ma in una società in cui gli esseri umani saranno alimentati dalle nanostrutture.

Kurzweil ritiene che, come conseguenza della fusione tra uomo e macchina, i nanobots albergheranno negli organismi dal 2030.

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