Cattive abitudini

L'età e lo stress determinano la qualità del sonno

Sonno agitatoSicuramente lo stress non ci permette di vivere con un certo spirito le cose e, più il livello è alto, meno riusciamo a vivere con soddisfazione e la qualità della vita si abbassa.

Una ricerca condotta da studiosi tedeschi e basilesi ha evidenziato una relazione tra la qualità del sonno ed il livello di stress, calcolato per differenti fasce d’età.

Per lo studio, pubblicato in versione digitale su The Journals of Gerontology Series B: Psycological Sciences and Social Sciences”, sono stati utilizzati dati i del Gruppo tedesco di ricerca socioeconomico (SOEP), che dal 1984 ha svolto interviste per un totale di circa 14.200 persone fra i 18 e gli 85 anni.

Da questa ricerca è emerso come andare in pensione aiuterebbe ad innalzare la qualità del sonno. Inoltre proprio la qualità decresce dalla giovinezza al passaggio con la terza età per poi migliorare dai sessanta anni in su, specie se questa fase coincide con il pensionamento. Purtroppo, però, questo è un picco che decresce dopo un anno circa tendendo a degradarsi.

Inoltre, esiste una relazione tra qualità delle ore di riposo e stato di salute. Persone con obesità, problemi respiratori, cardiaci, o dolori cronici, dormono peggio rispetto alle altre, sane e senza problemi fisici.

Aumenta l'abuso di bevande alcooliche tra le donne

BevitriceMercoledì 5 dicembre 2012 alle ore 17, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 (1° piano), si terrà una seduta congiunta dell’Accademia di Medicina di Torino con l'Accademia delle Scienze e l'Accademia di Agricoltura dal titolo “Alcool e alcool dipendenze”. Relatori saranno il professor Alessandro Cavalli (Dipartimento di Studi politici e sociali dell'Università di Pavia) su “Giovani, alcool e altre dipendenze”, il professor Vittorio Gallo (Medicina Interna 4 dell'ospedale Molinette di Torino) su “Alcool: patologia e vulnerabilità di genere” ed il professor Vincenzo Gerbi (docente di Enologia ed Ordinario di Scienza e Tecnologia degli alimenti del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Torino) su “Non c'è solo alcool nel vino: considerazioni sulla composizione dei vini e sulla loro diversità”.

Le sedute sono pubbliche. Info: accademiadimedicina.unito.it.

L'abuso di bevande alcooliche è una delle cause più rilevanti di malattia e mortalità nei paesi occidentali. Inoltre gli studi epidemiologici degli ultimi anni hanno evidenziato un netto incremento del consumo di alcool nel sesso femminile, con un impatto di ordine clinico più rilevante e precoce rispetto a quanto accade nei maschi.

I motivi della variabilità degli effetti dell'alcool tra gli appartenenti a generi diversi sono legati alle differenze costituzionali tra i due sessi in relazione alla diversa struttura fisica, alla differente distribuzione delle sostanze esogene nel contesto dell'organismo, all'assetto ormonale e, non ultimo, al corredo enzimatico, che costituisce al momento attuale, un interessante motivo di approfondimento delle tematiche di cui si sta discorrendo. A lato di tutto ciò si pone l'aspetto sociale del problema.

Rincallirsi al pc fa male alla salute

Fissato al pcGinocchio bloccato, dolorante e come “arrugginito", con difficoltà nel camminare e rampe di scale che diventano l'Everest.

Sono i sintomi della “sindrome del ginocchio da scrivania", che in questi ultimi dieci anni sta colpendo sempre un maggior numero di persone. Colpa di Internet e dell'uso del pc , che ha cambiato il modo di lavorare di moltissime persone: troppo tempo seduti con le ginocchia nella stessa posizione.

«In Inghilterra hanno fatto uno studio relativamente a questo tipo di disturbo, di cui soffre il 25% degli impiegati - spiega Sandro Rossetti, primario della Divisione di ortopedia e Traumatologia dell'Ospedale San Camillo di Roma - In Italia non ci sono ancora dati sull'incidenza di questo disturbo».

«Ma il numero delle persone che si rivolgono all'ortopedico per problemi al ginocchio negli ultimi dieci anni è andato aumentando in maniera esponenziale. Si tratta di uomini e donne tra i 40 e i 55 anni - spiega Rossetti - nell'80% dei casi fanno lavori sedentari. Insomma, passano diverse ore fermi, seduti davanti ad un computer. Il problema è che ora non c'è bisogno di spostarsi per fare ricerche: si trova tutto in quella scatola di fronte a noi. Basta navigare su Internet. Prima almeno ci si doveva alzare ogni tanto per prendere un'enciclopedia dalla libreria, un catalogo, un faldone contenente dati. Ora non c'è più bisogno di alzarsi. Si lavora stando seduti e muovendo solo le dita».

Pagine