Crisi economica

Secondo l’Istat in Italia sono otto milioni i poveri. Una vera emergenza sociale

Mario Monti si confronta con un cittadino italianoAll'interno dell'11,1 per cento, poi, il 5,2% delle famiglie è povero in termini assoluti.

I dati sono relativi al 2011. Un dato significativo è la stabilità della povertà, sia relativa che assoluta, la quale tuttavia deriva da un peggioramento della povertà relativa per le famiglie in cui non ci sono redditi da lavoro e in cui ci sono operai

L’11,1% delle famiglie italiane, pari a 2 milioni 782mila nuclei, è povero in termini relativi. Un dato che coinvolge oltre otto milioni di persone, cioè il 13,6% della popolazione. All’interno di questa percentuale, poi, il 5,2% delle famiglie è povero in termini assoluti ovvero 3,4 milioni di persone. È quanto emerge dal rapporto Istat sulla povertà in Italia, presentato questa mattina, e relativo all’anno 2011.

L'euro ha centrato il suo obiettivo...

Euro...ovvero quello di distruggere le nazioni europee in soli 10 anni!

"L'idea che l'Euro sia un fallimento è stupidamente errata, l'Euro sta provocando ciò per cui è stato progettato dal suo ideatore e da quel 1% di oligarchi che l'hanno imposto".

Così ha scritto il giornalista americano Greg Palast sul Guardian del 26 giugno, ricordando che "l'ideatore", Robert Mundell, ha sempre visto la sua creatura (l'euro) come l'arma che avrebbe spazzato via norme e regolamenti sul lavoro; "Ho conosciuto Mundell tramite il mio docente universitario Milton Friedman".

Palast descrive bene l'idea di Mundell: "L'Euro inizia davvero a svolgere il suo compito in tempi di crisi, infatti la moneta unica e soprannazionale toglie ai governi eletti la possibilità di usare politiche creditizie e fiscali capaci di farci uscire dalla crisi, in quanto pone le politiche monetarie al di fuori dalla portata dei politici (eletti) e, senza queste prerogative, l'unico modo che hanno i governi per cercare di mantenere i posti di lavoro è quello di ridurre regole e diritti verso imprese e lavoratori, tutto nel nome della concorrenza". Per Mundell niente deve interferire col MERCATO".

Palast continua dicendo che Mundell gli spiegava che "l'euro è tutt'uno con la Reaganomics; la disciplina monetaria impone la disciplina fiscale ed agisce anche sui politici (servi del mercato invisibile... sic), e quando la crisi morde allora alle nazioni resta ben poco da fare se non liberalizzare, privatizzare, deregolamentare e soprattutto distruggere il welfare garantito dallo Stato".

In Italia crollano le vendite al dettaglio

Mini carrello della spesaRapporto Istat sul commercio al dettaglio di aprile: il confronto con lo stesso mese del 2011 è il peggiore di sempre

Giusto alla fine della scorsa settimana, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, nel corso della sua relazione annuale, aveva lanciato l'sos dei negozi al governo.

Troppe tasse e Iva al 21% hanno riportato i consumi al livello del 1998, aveva denunciato Sangalli.

Che poi aveva aggiunto: "Un ulteriore aumento dell'Iva sarebbe una caporetto per il commercio al dettaglio".

Parole che trovano una drammatica conferma nei dati che oggi l'Istat (l'Istituto nazionale di statistica) ha reso noti per il mese di aprile: l’indice delle vendite ha registrato una riduzione dell’1,6% su base mensile (cioè rispetto a marzo 2012).

L’arretramento congiunturale è il più ampio da maggio 2004, ma quello su base annua è il peggiore addirittura dall’avvio delle serie storiche nel gennaio 2001. Rispetto ad aprile 2011, infatti, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono del 6,1% e quelle di prodotti non alimentari del 7,1%.

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