Manipolazioni

Scie chimiche: a Bergamo vengono studiate a scuola

Scie chimiche in un libro di scuolaL’evidenza di quello che sta avvenendo sopra le nostre teste è così palese che la negazione non ha più senso di esistere se non per debuker perditempo o prezzolati.

Mediaticamente iniziano a diffondersi, sempre più, informazioni relativamente al possibile “buon” utilizzo della geoingegneria vista come miracoloso strumento atto a curare lo strumentalizzato riscaldamento globale.

Ovviamente l’indottrinamento, oltre che mediatico, affinché l’effetto sia certo, deve coinvolgere anche il sistema scolastico. Ecco quindi che magicamente sul libro di scienze naturali di prima superiore, nello specifico, Elementi di Scienze della Terra di Tarbuck e Lutgens – ed. Pearson, si parla serenamente di quello che per alcuni è ancora, erroneamente, frutto di menti complottiste distore: la geoingegneria e, nello specifico, la modificazione del clima mediante l’emissione di aereosol in stratosfera.

Il libro riporta testualmente:

Un numero sempre crescente di scienziati sta portando avanti particolari studi per applicare le attuali conoscenze scientifiche e ingegneristiche alla riduzione delle cause dei cambiamenti climatici: questa nuova disciplina prende il nome di geoingegneria. […] La geoingegneria si propone quindi come una disciplina in grado di mettere a punto modalità di manipolazione su larga scala dell’ambiente terrestre, intervenendo artificialmnete sui sistemi climatici per cercare di contrastare gli effetti indotti dalle attività umane. […] Per aumentare l’albedo della Terra e diminuire l’irraggiamento alcuni scienziati […] hanno proposto di aumentare la nuvolosità in alcune regioni del globo, liberando nubi di aerosol artificiale; altri hanno proposto di mettere in atmosfera migliaia di tonnellate di zolfo, mediante l’uso di palloni sonda: in seguito a una catena di reazioni chimiche, lo zolfo formerebbe minuscoli particelle di solfato, creando uno “scudo” in grado di assorbire la radiazione solare.”

Le élites e la montatura orwelliana

Obama e le pecoreNegli ultimi tempi alcuni scienziati hanno osato rompere il tabù che circonda il tema degli extraterrestri. E’ noto che si viene subito additati come visionari o ciarlatani, non appena si sfiorano certi soggetti relegati nel novero delle fantasticherie di adolescenti.

Dunque questo interesse dei ricercatori è sintomatico di un importante cambiamento. Che cosa li ha spinti a rilasciare dichiarazioni sulle civiltà stellari e come le dipingono? Questi annunci non sono casuali, poiché dipendono da una raffinata strategia volta a plasmare l’opinione pubblica. Gli scienziati accademici non sono soltanto i portavoce dell’establishment, quanto esponenti del potere.

Le loro analisi sono all’apparenza contraddittorie: alcuni (ad esempio, Hawking e Kaku) allertano il pubblico, descrivendo gli Stranieri come pericolosi invasori; taluni (Wilcock, Greer et al.), invece, promuovono l’immagine degli alieni salvatori, prospettando la risoluzione di ogni problema mondiale grazie all’elargizione all’umanità di tecnologie avveniristiche ed alla creazione di una confederazione planetaria improntata ai valori della pace e della fratellanza cosmica.

E’ evidente che il governo segreto conosce la verità sugli alieni.

Non ne parla nessuno: una casta controlla la scienza

Randy SchekmanLe principali riviste scientifiche distorcono il processo scientifico e rappresentano una «tirannia» che va spezzata. Questo il giudizio del premio Nobel per la medicina 2013.

La denuncia è grave, a maggior ragione perché è la cosa che ha pensato di dire Randy Schekman al Guardian il giorno stesso in cui ha ricevuto il premio Nobel e quindi non solo nel momento più importante per la carriera di un ricercatore, ma anche nel momento di massima visibilità.

Ma non basta, la dichiarazione di Schekman era stata preceduta di un paio di giorni da quella di un altro autorevolissimo scienziato, Peter Higgs, notissimo teorizzatore del bosone di Higgs, che sempre al Gurdian aveva denunciato il sistema delle pubblicazioni scientifiche.

Ma se la dichiarazione di Schekman è clamorosa, altrettanto clamoroso è il silenzio con il quale è stata inghiottita dalle testate che si occupano di divulgazione scientifica, alcuni quotidiani le hanno almeno dedicato il “minimo sindacale” come Il Corriere della Sera “Schekman: «Le principali riviste scientifiche danneggiano la scienza»” (poco più che un trafiletto) e l’Unità “Il Nobel Shekman: “Boicottiamo Science e Nature”“, altri hanno però vistosamente dimenticato di pubblicarla. Ma ancor più vistosa è la “dimenticanza” da parte di soggetti che fanno della divulgazione scientifica il loro argomento centrale, non una parola sull’autorevole denuncia da parte delle solite testate comeLe Scienze, Oggiscienza, Query, Pikaia e perfino Focus e Ocasapiens, in genere così attente a difendere la buona scienza scegliendosi però bersagli comodi e banali come i creazionisti della Terra giovane o qualche stravagante di turno.

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