Progetti

Dal MIT la prima auto ibrida-elettrica che vola

TF-XIn un prossimo futuro avremo la possibilità di guidare un'auto elettrica volante?

L'idea non sembra così azzardata per via di un progetto fondato nel 2006 da parte di alcuni laureati del MIT. Terrafugia negli Stati Uniti ha testato il proprio primo prototipo di auto volante.

L'azienda ha ricevuto oltre cento prenotazioni per l'acquisto di uno dei mezzi di trasporto del futuro.

I futuri acquirenti sarebbero stati incoraggiati dal fatto che il primo prototipo di auto volante, ibrida-elettrica, si sia rivelato realmente in grado di alzarsi in volo, dispiegando le proprie ali pieghevoli.

Il veicolo è a due posti e può dunque ospitare due passeggeri, Non si tratterà, almeno inizialmente, di un mezzo di trasporto alla portata di tutti, dato che il suo costo è stato previsto per una cifra dell'ammontare di ben 279 mila dollari.

L'auto volante è dotata di speciali strumenti di supporto per il decollo e per l'atterraggio. Il primo prototipo al momento ha bisogno di essere collocato in un ampio spazio aperto per potersi sollevare in volo, ma, nonostante i numerosi ostacoli ancora da superare, i fondatori di terrafugia ed ideatori dell'auto volante ibrida-elettrica si sono dimostrati realisti di fronte alle sfide. Sono consapevoli di avere la necessità di disporre di capitali elevati e di dover lavorare per sviluppare una tecnologia che possa rendere l'auto volante un mezzo di trasporto il più sicuro possibile.

Un chip come metodo alternativo alla vivisezione

Il chip che analizza i farmaci senza ricorrere alla vivisezioneIl dispositivo realizzato in Olanda darà la possibilità ai ricercatori di studiare gli effetti e l'efficacia dei farmaci senza ricorrere ai test sugli animali

La Mimetas con sede a Leiden, è stata fondata nel 2011 dal ricercatore dell'Università di Leiden Paul Vulto, dal Preside della Facoltà di Scienze della medesima università, Thomas Hankemeier e dal fondatore e proprietario della Kopla High Tech Communication, Jos Joore.

La loro è una società specializzata nello studio di sistemi biomimetici in 3D per i test di tossicologia predittiva, efficacia dello screening e terapia personalizzata.

Il co-fondatore Paul Vulto ha realizzato una piastra di coltura in 3D su cui è possibile far crescere micro-organi; il rivoluzionario chip permette di testare contemporaneamente 35 composti con lo scopo di studiare l'efficacia e gli effetti collaterali di nuovi farmaci.

Il prototipo può identificare i possibili effetti tossici di un farmaco e potrebbe essere impiegato dalle aziende farmaceutiche per sostituire in modo economico e rapido gli antichi e disumani test tossicologici e citotossici condotti solitamente su animali, salvando la vita a numerosi ratti e topi, le specie più utilizzate per questi tipi di esperimenti.

Il telefono cellulare può trasformarsi in un'efficace ‘cimice’

IntercettazioneIn alcuni casi il telefono cellulare funziona come una “cimice” o come un microchip.

E può diventare uno straordinario (e talvolta fortuito) strumento di investigazione per gli inquirenti. Lo ha spiegato ai microfoni de ilfattoquotidiano.it il professor Roberto Cusani, ordinario di Telecomunicazioni dell’università La Sapienza di Roma, partendo dal noto caso di Denise Pipitone, la bambina siciliana scomparsa nel 2004.

Tra gli elementi probatori raccolti dagli investigatori, c’è una telefonata particolare: una conversazione mai iniziata, perché la persona che riceve la chiamata non risponde.

Eppure nei pochi secondi che precedono il messaggio vocale dell’operatore telefonico che conferma il mancato avvio della conversazione, si sentono chiaramente le voci di una bambina (probabilmente Denise) e di una donna adulta. “Non è la norma, ma è un fenomeno che gli investigatori riscontrano spesso: il sistema, nel momento in cui un telefono chiama, dedica un collegamento radio alla comunicazione, anche prima che si verifichi risposta”, spiega Cusani.

In questi casi i due dispositivi collegati, in entrata e in uscita, funzionano “praticamente come due cimici”. Il cellulare può servire anche per localizzare con estrema precisione la posizione del suo utente, nei casi dei numeri intercettati: “Grazie alle misure di campo elettrico che gli operatori compiono normalmente per motivi di efficienza del sistema, se un telefono è seguito dagli investigatori, la sua posizione può essere riconosciuta con una precisione simile a quella del GPS“.

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