Clima

Secondo Bernie Krause i suoni della natura si stanno spegnendo

Bernie KrauseSecondo lo scienziato Bernie Krause, che da 50 anni registra paesaggi sonori naturali, le voci della natura e degli animali si starebbero dissolvendo.

In mezzo secolo di registrazioni sonore della natura e degli animali, lo studioso di bioacustica Bernie Krause ha visto molti ambienti radicalmente alterati dagli esseri umani. Troppi.

A volte, paradossalmente, a causa di pratiche ritenute sicure per l’ambiente. Documentando la progressiva dissolvenza degli habitat uditivi, Krause lancia un grido di allarme sullo stato di salute della biodiversità: “Il fragile tessuto del suono naturale è dilaniato dal nostro bisogno apparentemente sconfinato di conquistare l’ambiente piuttosto che trovare un modo per conviverci in armonia”.

Il vento tra gli alberi, il cinguettio degli uccelli, i suoni impercettibili delle larve di insetti, l’intero ecosistema secondo Krause starebbe diventando più silenzioso, come testimonia il suo immenso archivio con oltre 5mila ore di registrazioni e 15mila microrganismi identificati in 1200 località. In una recente intervista al National Geographic, lo scienziato racconta che “l’orchestra naturale sta perdendo non solo il volume ma anche gli strumentisti”.

Clima: In 6 anni oltre 157 mln migranti climatici

Dal 2008 al 2014, oltre 157 milioni di persone sono state costrette a spostarsi per eventi meteorologici estremi. Tra le cause che costringono famiglie e comunità ad abbandonare le proprie abitazioni ci sono soprattutto tempeste e alluvioni.

Tra il 2008 e il 2014, secondo l'organizzazione non governativa IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre), queste hanno rappresentato l'85% delle cause, seguite dai terremoti. Sempre l'IDMC ha calcolato che oggi le persone hanno il 60% per cento in più di probabilità di dover abbandonare la propria casa di quanto non ne avessero nel 1975. I dati sono contenuti nel rapporto “Migrazioni e cambiamento climatico” a cura di CeSPI, FOCSIV e WWF Italia pubblicato alla vigilia della COP di Parigi.

Aumento delle temperature dell'aria e della superficie dei mari, cambiamento delle precipitazioni (frequenza, intensità); innalzamento del livello dei mari causato dalla fusione dei ghiacci; eventi “regionali” come Nino e monsoni asiatici stanno portando all'intensificazione della competizione tra popolazioni, Stati e imprese per il controllo e l'utilizzo delle risorse naturali che potrebbe causare conflitti e quindi provocare migrazioni forzate.

Lo scenario estremo dell'ultimo rapporto dell'IPCC prevede entro il 2100 un incremento dell'innalzamento del livello dei mari di 98 centimetri.

Le foreste regolano il ciclo dell'acqua

TasmaniaLe foreste svolgono un ruolo essenziale nel regolare il ciclo dell'acqua

Le foreste sono le fabbriche delle nuvole.

Mentre la struttura delle radici mantiene compatto il terreno, la materia organica vegetale in decomposizione si combina con i minerali, formando una sorta di gigantesca spugna che, seguendo un ritmo lento e regolare, rilascia l'acqua nelle aree circostanti.

L'umidità emanata dalle foreste, e in parti colare dalle foreste tropicali, produce le nuvole, crea e mantiene dei mocro-climi in grado di trattenere l'umidità.

In questo modo le foreste prevengono la desertificazione, generano piogge, forniscono l'acqua dolce.

Nel solo bacino del Rio delle Amazzoni si trova un quinto dell'acqua dolce dell'intero pianeta, che 20 miliardi di tonnellate di vapore acqueo rileasciate ogni giorno in atmofera.

Le foreste che sorgono lungo i corsi d'acqua svolgono un ruolo fondamentale - finora non riconosciuto - nella protezione delle acque dolci di tutto il mondo.

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