Tossicologia

Le industrie sapevano che lo zucchero era dannoso per la salute

Zucchero biancoIl film già visto per il fumo, con le industrie impegnate a mascherare gli effetti negativi dei propri prodotti anche con mezzi poco leciti, è avvenuto cinquant'anni fa anche per lo zucchero.

A scoprire la “pistola fumante” una ricerca su documenti dell'epoca pubblicata dalla rivista Jama Internal Medicine, da cui emerge che alcuni scienziati accettarono dietro pagamento di pubblicare ricerche falsate.

A rilevare i fatti è stata Cristin Kearns, ricercatrice dell'università di San Francisco, che ha trovato nei sotterranei della biblioteca di Harvard documenti su due famosi nutrizionisti dell'università, Fredrick Stare e Mark Hegsted, che lavoravano a stretto contatto con la Sugar Research Foundation, un gruppo di pressione delle aziende alimentari.

Il gruppo chiese a Hegsted di scrivere una review, un articolo che passa in rassegna le ricerche precedenti su un dato tema, che andasse contro i risultati di alcuni studi appena usciti che legavano il saccarosio alle coronaropatie.

“Il gruppo - si legge nell'articolo - pagò l'equivalente di 48mila dollari attuali a Hegsted e al collega Robert McGandy, che non rivelarono mai la donazione. I due misero da parte gli studi sullo zucchero, e conclusero che c'era una sola modifica alla dieta che poteva prevenire le malattie cardiache, la diminuzione di colesterolo e grassi saturi. Le loro review furono pubblicate nel 1967 dal New England Journal of Medicine, che all'epoca non chiedeva di rendere noti i conflitti di interessi”.

I disastrosi effetti dello smog di Londra del 1952

I disastrosi effetti dello smog di Londra del 1952Il Grande Smog di Londra, che nel dicembre del 1952 colpì la capitale inglese ebbe un effetto così importante sulla salute delle persone che vi furono esposte, che le conseguenze sono misurabili ancora oggi.

Lo rivela uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori della Mailman school della Columbia University of public Health che è stato pubblicato sulla rivista American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.

Secondo i ricercatori, guidati dal dottor Matthew Neidell (professore della Health Policy and Management), tra i sopravvissuti a quel disastro ambientale c'è chi ora soffre di asma per effetto dei danni subiti alla salute del sistema respiratorio durante quei terribili cinque giorni.

Tra il 5 e il 9 dicembre del 1952 la capitale inglese fu investita da una cappa di nebbia e di smog tanto densa da causare una serie incredibile di problemi di salute.

Secondo le autorità, i morti provocati da questa cappa di smog che impediva anche la circolazione delle auto e la visione degli spettacoli, anche al chiuso, furono circa 12mila. Di questi, 4000 morirono durante i giorni della crisi.

L'UE approva per altri 7 anni il glifosato

GlifosatoL’Unione Europea si appresta, la settimana prossima a estendere il via libera al glifosato, sostanza usata in molti erbicidi tra cui il Roundupdi Monsanto, nonostante la disputa tra Ue e agenzie Onu sul fatto se sia o meno cancerogeno.

Ancora una volta ne esce sconfitta la società civile, insieme al mondo dell’ambientalismo e dell’agricoltura biologica, che chiedevano a gran voce di vietare il rinnovo dell’autorizzazione all’uso e alla vendita degli erbicidi a base di glifosato.

Con 374 voti favorevoli, 225 contrari e 102 astenuti, la risoluzione proposta da Giovanni La Via (PPE, presidente della Commissione Ambiente) chiede di dare il via libera alla sostanza «solo per usi professionali» per altri 7 anni…

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha reso noto un parere secondo cui è improbabile che il glifosato provochi il cancro. La conclusione però è opposta a quella dell’Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), e la divergenza ha alimentato un dibattito piuttosto acceso.

Le associazioni ambientaliste hanno chiesto di vietare il glifosato.

In un comunicato, Greenpeace ha detto che i governi dovrebbero opporsi all estensione dell’autorizzazione “almeno finché resta incertezza sui rischi che pone”.

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