Ricerche

Creato transistor in materiali superconduttori

Fisici hanno dimostrato che è possibile realizzare transistor basati interamente su materiali superconduttori, anziché su semiconduttori come il silicio

Ricercatori dell'Istituto nanoscienze del Cnr hanno osservato un effetto che smentisce alcuni assunti della teoria della superconduttività e apre all'era dei transistor a supercorrente. Lo studio è pubblicato sulle riviste Nature Nanotechnolgy, NanoLetters e Nature Electronics

Fisici dell’Istituto nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nano) di Pisa con il contributo dell’Istituto superconduttori, materiali innovativi e dispositivi di Genova (Cnr-Spin) hanno dimostrato che, al contrario di quanto creduto finora, è possibile realizzare transistor basati interamente su materiali superconduttori, anziché su semiconduttori come il silicio.

Il risultato, oltre a fornire un’innovativa prospettiva tecnologica, smentisce alcuni assunti della teoria della superconduttività. Lo studio è pubblicato sulle riviste Nature Nanotechnolgy e NanoLetters, mentre Nature Electronics gli ha dedicato l'articolo 'Transistors go metal' nella sezione 'in evidenza'.

I ricercatori hanno osservato che è possibile usare un campo elettrico per controllare, abilitando o inibendo, il passaggio di supercorrente in un filo superconduttivo. Questo effetto potrebbe essere sfruttato in dispositivi di nuova concezione come transistor a effetto campo superconduttivi, e nelle tecnologie quantistiche. “Abbiamo osservato un fenomeno nuovo nei superconduttori”, afferma Francesco Giazotto di Cnr-Nano e Scuola Normale Superiore, che ha guidato la ricerca, “sicuramente rilevante dal punto di vista della fisica fondamentale. Gli esperimenti sembrano infatti contraddire l’assunto per il quale i campi elettrostatici non dovrebbero influenzare un metallo superconduttore”.

Come si formano nello spazio i dimeri HCN

Ricerche hanno suggerito che nello spazio l’adenina si possa essere formata da molecole più semplici contenenti idrogeno, carbonio e azoto

Un gruppo internazionale di astronomi guidato da Víctor M. Rivilla dell’Inaf di Arcetri (Firenze) ha scoperto l’abbondante presenza, nello spazio interstellare, dell’isomero Z della cianometanimina – considerata un precursore dell’adenina

Capire l’origine della vita sulla Terra studiando le nubi molecolari della Via Lattea? È possibile ed è quello che sta cercando di fare un team internazionale di astronomi guidati da Víctor M. Rivilla, ricercatore dell’Inaf di Arcetri, a Firenze, con un contratto Marie Sklodowska-Curie, nell’ambito del programma AstroFIt2.(1)

Gli esperti hanno avvistato per la prima volta nel mezzo interstellare, il “serbatoio” che alimenta la formazione di stelle e pianeti nell’universo, la parte mancante della molecola cianometanimina (Z-HNCHCN), che si pensa essere un precursore di una componente chiave del Dna e dell’Rna, cioè l’adenina. La scoperta è stata effettuata con i dati raccolti dal radiotelescopio Iram di 30 metri a Granada, in Spagna.

Modelli teorici hanno suggerito che l’adenina possa essere formata da molecole più semplici contenenti idrogeno (H), carbonio (C) e azoto (N). In particolare, i dimeri(2) di HCN (molecole con 2 atomi di H, C e N) sono considerati i ”mattoni” fondamentali per la formazione dell’adenina. È per questo di cruciale importanza, dal punto di vista astrobiologico, capire come i dimeri HCN si formino nello spazio.

Come il cervello apprende le lingue

La predisposizione nei confronti dell'apprendimento delle lingue dipende dalla struttura del cervello. È coinvolto l'emisfero dominante sinistro

Sono stati fatti molti studi per capire come mai il cervello di alcune persone apprende più facilmente le lingue mentre altri faticano.

Sembra che nel mondo vi siano più di 6.000 lingue. Nel XIX secolo Paul Broca fu il primo a sostenere l'esistenza di un'asimmetria funzionale tra gli emisferi cerebrali dell'uomo e a ritenere che, nella maggioranza degli individui, l'emisfero sinistro presiede alla facoltà del linguaggio articolato.

Seguirono altre ricerche, utilizzando soprattutto l'osservazione di pazienti affetti da lesioni di uno o dell'altro emisfero cerebrale. Inoltre si sa che L'abilità di comprendere il linguaggio è una caratteristica della nostra specie. Le aree specifiche del linguaggio sono situate nell'emisfero dominante (sinistro) e comprendono:

l'area corticale anteriore di Broca

l'area corticale posteriore di Wernicke

l'area corticale superiore

Tuttavia, all'elaborazione del linguaggio partecipano anche altre aree come le aree associative parietali di sinistra. Le ricerche hanno evidenziato che in genere la lingua madre ha una rappresentazione corticale più centrale nell'emisfero dominante sinistro, mentre le altre lingue hanno una rappresentazione corticale più estesa rispetto alla prima lingua.

Pagine