Ricerche

Perché con l'invecchiamento le persone tendono a dormire di meno

Perchè con l'invecchiamento le persone tendono a dormire di menoUna nuova ricerca ha identificato il modo in cui l’età riduce la capacità dell’orologio circadiano di reimpostarsi quando esposto alla luce, con conseguente interruzione del sonno e conseguenti minacce per il benessere.

I ricercatori, guidati da un neurofisiologo dell’Università del Kent,(1) hanno scoperto che l’invecchiamento determina una significativa riduzione della sensibilità alla luce nella parte del cervello che controlla i ritmi circadiani, noto come nucleo soprachiasmatico (SCN).

L’innovazione potrebbe aiutare a indirizzare i trattamenti che mirano a migliorare sia l’orologio circadiano fisiologico e comportamentale ‘re-setting’ nelle persone anziane.(2)

Il Dottor Gurprit Lall,(3) della Medway School of Pharmacy(4) dell’università e gli altri membri del team di ricerca hanno esplorato le alterazioni in uno dei percorsi nella parte del cervello che controlla i ritmi circadiani. Hanno scoperto che un recettore del glutammato (NMDA), utilizzato per trasmettere informazioni leggere, è diventato meno efficace nel reimpostare l’orologio circadiano come parte del processo di invecchiamento.

Questo cambiamento strutturale nel recettore del glutammato era responsabile del declino della risposta alla luce osservata. Una subunità del recettore NMDA ha mostrato una marcata diminuzione della presenza tra i più anziani, indicando un cambiamento associato all’età nella configurazione strutturale.

In Cina l’allevamento di scarafaggi più grande del mondo per produrre medicinali contro il mal di stomaco

scarafaggio laboratorioUn numero di animali maggiore della popolazione terrestre. Una “catastrofe” se venissero rilasciati nell’ambiente a causa di un disastro naturale o per errore umano. Dagli scarafaggi adulti si prepara una pozione utilizzata da milioni di cinesi per malattie respiratore e gastrite.

È in Cina l’allevamento di scarafaggi più grande del mondo: nella città di Xichang, nel Sichuan (sud-ovest del Paese), una ditta alleva 6 miliardi di questi animaletti. Quando essi raggiungono la maggiore età vengono schiacciati e frullati e dalla pasta si prepara una pozione dolciastra, dall'odore di pesce, che serve per malattie allo stomaco e problemi di respirazione.

La ditta è la “Hao Yisheng (il buon dottore)” di Chengdu, che ha costituito una fattoria per allevare sulle scansie i miliardi di scarafaggi, fatti crescere a temperatura e umidità controllate, usando perfino strumenti di intelligenza artificiale.

Secondo il governo cinese, la pozione derivante dagli scarafaggi è usata da milioni di connazionali.

In Cina ci sono molte altre fattorie dove si fanno crescere questi animaletti, usati nella medicina e come fonte di proteine per gli animali di allevamento. Ma nessuna è più grande di quella di Xichang, in cui il numero di scarafaggi supera quello della popolazione terrestre.

Studiare le api in una colonia come i neuroni in un cervello

Studiare le api in una colonia come i neuroni in un cervelloUn team di ricerca dell’Università di Sheffield e dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha scoperto, grazie a un modello matematico, che le api reagiscono all’unisono agli stimoli ambientali analogamente ai neuroni cerebrali, rivelando dinamiche del comportamento umano. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports

Pensare alle api in una colonia come ai neuroni in un cervello può aiutare alla comprensione dei meccanismi alla base del comportamento umano. A rivelarlo uno studio dell’Università di Sheffield in collaborazione con l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr), pubblicato su Scientific Reports.

“Uno sciame di api può essere considerato un super-organismo composto da migliaia di insetti che rispondono all’unisono a stimoli esterni, come i neuroni del cervello reagiscono alle sollecitazioni che provengono dall’ambiente. Questa somiglianza permette di tracciare precise corrispondenze tra le interazioni tra api responsabili del comportamento del super-organismo e i meccanismi neurali alla base della cognizione, e quindi di identificare le micro interazioni alla base dei meccanismi generali del comportamento umano e non”, spiega Vito Trianni ricercatore dell’Istc-Cnr e coautore dello studio.

Il punto di partenza del lavoro è un modello matematico della sciamatura.

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