Società

Quando nasce la gerarchia interiore

Conoscere sé stessi significa conoscere il posto che si occupa nella società, in particolar modo quelle che sono spiritualmente aristocratiche. In tali domini la gerarchia si contrasta con un ordine che è totalmente opposto; il mondo negazionista e relativista della democrazia sospinge l’uomo verso desideri sempre più carnali alterando le fattezze per renderlo ibrido. La democrazia è infatti l’assolutizzazione delle libertà umane opportunamente veicolate attraverso delle filosofie naturali e inverate nella società attraverso un appropriato linguaggio pseudo-ontologico.

L’idea democratica è sovversione della natura, etica, morale e spirituale dell’uomo che si è fatto figlio dell’idea demonica che opera nel dominio generale antitradizionale. In coloro privi della visione gerarchica, il mondo demonico democratico rimane un tempo effimero nella vita, un tempo che non conduce altro che allo sposare entità che non sono assolute; per questo il serpente è definito come avversario, perché telluricamente si appoggia una colonna di Verità per ipnotizzare il popolo. Il male ha bisogno sempre della Verità alla quale aggrapparsi per mimetizzarsi, altrimenti sarebbe smascherato. Per tale motivo i mistici ed Santi colgono i segni del male nei dettagli più celati principalmente tra le parole che vengono pronunziate e la loro opera è quella di mettere in luce la Verità ed atterrare la menzogna.

Alla fine della Storia

Tutto è Storia, ma la Storia non è tutto.

Oltre la Storia

Quando hai eliminato il mistero dalla vita e dall’universo, hai eliminato tutto. Oggi molti pretendono di aver compresa l’essenza del cosmo, di aver rivelato lo scopo dell’esistenza grazie alla scienza o alla filosofia. Mai l’umanità fu tanto arrogante, superba. Dispiace constatare la deriva di certi ricercatori che, dopo un percorso di interessanti ricerche, sono approdati a conclusioni semplicistiche e rassicuranti. Tra una New age con sugo quantistico ed un Idealismo per i poveri, queste conclusioni si arrogano di essere esaurienti, definitive, escludendo orizzonti ulteriori.

Si è perso il valore della vera indagine che è sempre in divenire: gli stessi studi sul Cristianesimo, lungi dal riconoscere la complessità simbolica di remote esperienze culturali, le impoveriscono attraverso l’acribia di studi filologici e di esplorazioni archeologiche.

È vero: la storiografia ci presenta scenari sovente prosaici, ma l’età antica e medievale custodiscono un tesoro di saggezza e di profondità che è difficile ascrivere solo a banali condizioni socio-economiche, la struttura di Karl Marx.

Bisogna riscoprire il mito, nel senso più alto della parola: il mito è il complesso degli archetipi che trascendono la “realtà” empirica.

Dopo Giulietto Chiesa pure Harward dice che le scie chimiche servono per “proteggere” la Terra

Dopo Giulietto Chiesa pure Haward dice che le scie chimiche servono per proteggere la TerraOscurare il cielo, per raffreddare la Terra. Contrordine, ragazzi: le scie chimiche esistono, e sono utili, anzi utilissime. A spiazzare i “negazionisti” ora è un team di ricercatori dell’università statunitense di Harvard, che ha messo nero su bianco un progetto già in fase di attuazione: mettere in volo palloni sonda al fine di disseminare il cielo di una nube chimica di particolato, allo scopo dichiarato di ridurre le temperature terrestri.

“Uno scudo chimico contro il global warming”: la notizia è stata prontamente ripresa da tutti i principali media, dalla “Bbc” al “New York Times”, e in Italia anche dal mensile “Focus”, «in passato tra i più feroci oppositori di queste teorie», scrive Riccardo Pizzirani su “Luogo Comune”. «Come sostenuto dai ricercatori “complottisti” che studiano la geoingegneria clandestina e l’effetto di “global dimming” delle scie chimiche, basta irrorare una piccola percentuale del cielo per aumentare significativamente la capacità dell’atmosfera di riflettere i raggi solari: basterebbe l’1% del cielo». Ma il progetto di Harvard si spinge anche più in là, proponendo di «irrorare dal 2 al 4% del cielo per abbassare le temperature di 1,5 gradi centigradi, per riportare la temperatura ai livelli terresti pre-industriali».

Afferrato il senso della proposta, continua Pizzirani, bisognerebbe chiedersi «se è opportuno, etico e giusto» portare avanti un progetto così estremo e rischioso, concepito per «controbilanciare l’imponente consumo di petrolio e altri combustibili fossili, senza minimamente ridurlo».

Pagine