Dalla parte del cittadino

Italiani sempre più poveri

PoveroIn un paese dove 3 milioni di persone hanno smesso di cercare lavoro, record in Europa e massimi dal 2004, forse non deve sorprendere così tanto che un quarto delle famiglie è a rischio povertà.

È aumentata considerevolmente la percentuale di italiani che potrebbe 'scivolare' al di sotto della soglia di indigenza, secondo le stime del direttore dell'Osservatorio nazionale per la salute nelle Regioni italiane, Walter Ricciardi.

"Con l'attuale crisi e gli aggravi economici per i cittadini – avverte Ricciardi – stimiamo un aumento del 7% degli italiani che potrebbero scivolare al di sotto della soglia di povertà".

Per via della crisi finanziaria i disoccupati e inattivi intanto crescono sempre di più di numero. In particolare tra giovani e donne. Per gli "scoraggiati" si tratta del tasso più alto da 8 anni: sono un milione e mezzo circa.

Quanti si drovranno ancora suicidare prima di mettere sotto inchiesta le banche?

Antonino De MasiRecentemente nel nostro Paese stanno avvenendo fatti drammatici di gente che, colta dalla disperazione e dallo sconforto, si toglie la vita. Tanti suicidi, dei quali molti imprenditori medio-piccoli che di fronte alla crisi hanno pensato di farla finita, spinti a ciò da problematiche finanziarie, fiscali, dalla stretta creditizia ed a volte da discutibili indebitamenti bancari.

La disperazione ha portato e porterà alla luce dei risvolti che in molti sino ad oggi hanno fatto finta di non vedere, e voglio cercare di ragionare analizzando fatti concreti per capire se quanto è avvenuto e sta avvenendo è figlio di casualità, di anomalie di un sistema che funziona, o invece il freddo risultato di un sistema che punta a trasferire ricchezza dai tanti cittadini, ai pochi, gestori del potere.

Prendo lo spunto, per un utile confronto, della recente inchiesta della Guardia di Finanza sull’aumento dei costi del carburante, per verificare se dietro vi sia una normale crescita dei costi industriali oppure una pura speculazione che porta all’arricchimento delle compagnie petrolifere. È semplice capire che il controllo della filiera del prezzo porterà a fare chiarezza in un settore nel quale pochi centesimi al litro di differenza vogliono dire miliardi di euro di ricchezza trasferiti a favore delle grandi lobby di potere.

Io mi occupo di banche ed il mercato creditizio, a differenza di quello merceologico, è vincolato e tutelato da norme molto severe; il fine pubblico del mercato creditizio non può sfuggire a nessuno, nemmeno a chi è colto da interessate amnesie come il Presidente dell’Abi, il quale ha affermato che le banche sono imprese private senza alcun interesse pubblico: evidentemente distratto dai problemi della sua banca, dice cose fuori luogo.

Che differenza c'è tra i falsari napoletani e quelli della B.C.E.

TotòMolti, di recente, avranno sentito parlare di Giugliano, paese in provincia di Napoli, passato alle cronache come la patria dei migliori "falsari" d'Europa, poichè il 60% di tutte le banconote in euro false che circolano nell'Unione Europea vengono create proprio da stamperie clandestine site in questo paese.

I falsari di Giugliano sono ormai etichettati come "Napoli Group", con una logica aziendale ben definita:

1) il finanziatore della stamperia, che poi è anche il committente. Di solito un personaggio minore dei clan della Camorra, che si occupa di trovare una macchina tipografica offset di seconda mano (quelle nuove a quattro colori costano anche 500 mila euro), la filigrana, gli inchiostri, gli altri strumenti.

2) il tipografo, addetto alla produzione.

3) il distributore, ovvero l'uomo di fiducia del committente, colui che ha il compito di organizzare un deposito, rigorosamente lontano dalla stamperia, e di tenere i contatti con i clienti.

Il distributore "vende", o per meglio dire "spaccia", gli euro falsi ai suoi clienti (malavitosi o commercianti) al prezzo del 10% del valore nominale (la cifra sulla banconota).

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