Il fluoro nell'acqua può calcificare le arterie

Fluoro tossico Il fluoro è addizionato nell'acqua potabile senza il vostro consenso [negli USA e altri paesi nel mondo, ndt], 'per i denti' si dice, lo sapevate che potrebbe anche calcificare le arterie?

Alcuni anni fa, abbiamo riportato in uno studio di valutazione di una nuova tecnologia diagnostica che inavvertitamente ha rivelato un legame tra l'esposizione al fluoro e la malattia coronarica.

La nostra relazione ha suscitato un sacco di polemiche e critiche, portando anche una delle figure più rispettate in medicina alternativa (meritatamente) - Dr. Russell Blaylock - ci convoca su Infowars per la nostra interpretazione presunta sul secondo studio del seguente articolo: “Associazione di captazione vascolare del fluoro con calcificazione vascolare e malattia coronarica”. Come si può vedere, dai risultati dello studio si è rivelato una, fino ad allora, sconosciuta connessione tra esposizione al fluoruro, e la malattia coronarica ed eventi cardiovascolari (ad esempio attacco di cuore).

“C'è una correlazione significativa tra la storia di eventi cardiovascolari e la presenza di assorbimento di fluoro nelle arterie coronarie. Il valore di assorbimento di fluoro nelle coronarie, in pazienti con decorsi cardiovascolari è stato significativamente maggiore che in quelli che non ne avevano”.

L'argomento, è stato lo studio di una nuova tecnica diagnostica, e non deve essere 'letta' con il presumibile aumento del valore di assorbimento di fluoro osservato nei pazienti con una maggiore frequenza di eventi cardiovascolari, ma, era un un 'effetto' stesso della malattia cardiaca e in modo indicativo del ruolo causativo del fluoro come agente cardiotossico - nonostante il fatto che la cardiotossicità del fluoruro è già stata costantemente dimostrata nella letteratura biomedica.

Golfo del Messico: l’ecosistema è completamente trasfigurato

Golfo del MessicoNel 2010, nel bel mezzo del Golfo del Messico, accadde un incidente ad una piattaforma per l’estrazione del greggio della British Petroleum.

A seguito di questo incidente furono riversate in mare tonnellate di greggio, generando un’estesa macchia oscura sulla superficie marina ben visibile dagli aerei, che andò poi a riversarsi sulle coste degli Stati Uniti, compromettendo pesantemente le forme di vita che su di esse insistono, uomini compresi.

Sin dall’inizio cominciarono i dubbi sull’entità e sulla gestione dell’incidente. Fotomontaggi anomali, cabine di monitoraggio improbabili e poca o nulla trasparenza suscitarono le perplessità degli osservatori più accorti, che ancora si domandano come possa una piattaforma moderna perdere greggio in tale quantità nell’Annus Domini 2010, senza che ci siano contromisure pronte e risolutive di questo tipo di problemi.

La frittata però era fatta e si corse ai ripari nel modo peggiore. Invece di utilizzare disperdenti atossici di origine naturale (già allora disponibili), furono preferiti disperdenti chimici tossici per l’uomo e le forme di vita del Golfo, come il famigerato COREXIT.

Gli scienziati avvertono: sono a rischio le foreste primarie

ForestaUn nuovo studio condotto da un team internazionale di scienziati ha avvertito che solo il cinque per cento della copertura forestale primaria mondiale è posta sotto protezione.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Conservation Letters, sottolinea lo stato precario delle foreste primarie, e l'importanza di una efficace protezione di queste aree.

“I negoziati internazionali non riescono a fermare la perdita delle più importanti foreste primarie del pianeta. In mancanza specifiche politiche di protezione delle foreste primarie nei trattati internazionali sulla biodiversità e sul cambiamento climatico, queste foreste continueranno a perdere i loro valori di biodiversità e i servizi ecosistemici, sia nei sviluppati che nei paesi in via di sviluppo”, ha avvertito Brendan Mackey, direttore del Climate Change Response Program presso la Griffith University di Queensland, in Australia.

Secondo lo studio, le foreste primarie ospitano una straordinaria ricchezza di biodiversità e circa il 57 per cento di tutte le specie delle foreste tropicali dipendono da habitat di foresta primaria.

I ricercatori hanno analizzato le foreste primarie in tutto il mondo e ha scoperto che quasi il 98 per cento delle foreste primarie si trova in appena di 25 paesi. E circa la metà di queste foreste è situata in cinque paesi sviluppati: Stati Uniti, Canada, Russia, Australia e Nuova Zelanda.

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