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Effetto immigrazione: in Europa disoccupazione giovanile alle stelle

Disoccupazione giovanile europeaPiù istruiti della generazione precedente, i giovani europei sono senza lavoro.

È il quadro che emerge da un rapporto della Commissione Europea, secondo il quale l’82% dei ragazzi in Ue, tra i 20 e i 24 anni, ha completato il ciclo scolastico, eppure 8,7 milioni di ragazzi tra i 18 e i 29 anni non hanno lavoro e 13,7 milioni non solo sono disoccupati, ma non seguono alcuna attività di formazione o training, facendo parte dei così detti, con un penoso anglicismo, Neet.

Deve essere per questo, che invece di rimpatriare i giovani clandestini, la Ue li ‘ricolloca’. Andranno ad ingrossare le fila dell’immigrazione, peggiorando la situazione.

Il rischio povertà o esclusione riguarda quasi 27 milioni di giovani in Europa.

Contratti a tempo parziale non per libera scelta o permanenza prolungata in posti di lavoro temporanei, espongono questa generazione a un rischio povertà di lungo termine, come sottolinea la Commissione Ue.

Le conseguenze si riscontrano anche nella partecipazione alla vita sociale: i ragazzi inattivi partecipano sempre meno al voto e ripongono scarsa fiducia nelle istituzioni. Ma questo è quello che la UE spera: non votate, lasciateci governare.

Islamizzazione della Gran Bretagna

Islamizzazione della Gran Bretagna« Un giorno milioni di uomini dell’emisfero meridionale andranno nell’emisfero settentrionale. E non ci andranno come amici. Perché ci andranno per conquistarlo. E lo conquisteranno con i loro figli. I ventri delle nostre donne ci daranno la vittoria »

Il Regno Unito è il primo dei paesi occidentali, dove la ‘profezia’ si sta avverano è ora sede di più le famiglie che contengono quattro o più bambini che in qualsiasi momento, a partire dai primi anni 1970.

La donna media afghana che vive nel Regno Unito ha 4,25 figli e la donna media somala ha 4,19 bambini.

La media per le donne pakistane è 3,82. Le donne nate nel Regno Unito hanno una media di 1,79 figli. E visto che non tutte le donne nate nel Regno Unito sono davvero autoctone, ma immigrate di seconda generazione, il numero reale per le donne inglese, gallesi o scozzesi è ancora più basso.

Che si confronta con il 2,19 per le donne che vivono nel Regno Unito e che sono nate in uno dei 12 Stati dell’Europa orientale, e 1,52 per le donne nate nei paesi dell’Europa occidentale.

Nel frattempo le donne nate in Australia e Nuova Zelanda che vivono nel Regno Unito hanno una media di 1,38 figli.

In Austria si voterà per uscire dall'Euro e dall'Unione Europea

In Austria si voterà per uscire dall'Euro e dall'Unione EuropeaNell'assoluto silenzio mediatico l'Austria muove passi giganti verso una consultazione per l'uscita non dall'euro, ma dall’Unione europea.

Nei primi mesi del 2015 una petizione popolare (Volksbegehren) ha superato il vaglio della Corte costituzionale e del Ministero dell’Interno con il risultato che dal 24 giugno al primo luglio gli austriaci potranno esprimere con una firma presso il proprio Comune la volontà di uscire dalla Unione Europea.

Questo particolare strumento di democrazia diretta prevede che nel caso di superamento di almeno 100.000 adesioni il Parlamento sia vincolato a discutere un testo di legge con priorità assoluta che accolga le richieste della petizione, oppure a indire un referendum sul tema, il cui esito sarebbe vincolante per il Legislatore.

Il testo dei promotori del Volksbegehren anti Ue si fonda su pilastri economici specifici: infatti, l'uscita dall'Unione permetterà all'Austria di non aderire agli accordi transatlantici di libero scambio tra Ue, Usa e Canada; di recuperare parte dei miliardi di euro versati da vent’anni alle casse di Bruxelles per la “promozione Ue” senza aver alcun potere di codecisione nella destinazione dei medesimi fondi a fronte di diminuzioni di prestazioni sociali e infrastrutture pubbliche a favore dei cittadini austriaci; di risparmiare i versamenti a favore dei «fondi di salvataggio per l'euro»; di risparmiare le obbligazioni di deposito per miliardi di euro a favore del «Meccanismo europeo di stabilità finanziaria»; di reintrodurre sovranità e politica monetaria proprie.

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