Ricerche

Una mela al giorno toglie di mezzo l'Alzheimer

Una mela al giorno toglie di mezzo l'AlzheimerIl vecchio adagio «una mela al giorno toglie il medico di torno» ha ancora una certa validità, ma che dire del succo di mela?

Una nuova ricerca ha scoperto che bere succo di mela tre volte alla settimana aiuta a prevenire l'Alzheimer (AD) e le malattie cardiache.

Un neurobiologo, il dottor Thomas Shea e il suo gruppo di ricerca all'Università del Massachusetts, ha concluso 10 anni di studio sugli effetti delle mele nella salute del cervello. Essi hanno usato provette, piastre di Petri, e topi per vari anni; poi finalmente hanno confermato i risultati in un test clinico umano.

Per la ricerca essi hanno alimentato 21 pazienti con AD, da 72 a 93 anni di età, con 100g di succo di mela due volte al giorno per 30 giorni. Ci sono stati miglioramenti nella memoria, come pure nello stato d'animo emozionale negativo normalmente associato all'AD.

Il Dr. Shea ha concluso che bere succo di mela anche solo tre volte alla settimana, dovrebbe ridurre le probabilità di Alzheimer del 75%. E ci sono altri vantaggi; altri studi su animali hanno dimostrato che le mele proteggono il cuore, aumentano il metabolismo lipidico e riducono l'infiammazione.

Uno studio della Florida State University del Dr. Bahram Arjmandi, che ha coinvolto diverse donne tra i 45 ed i 65 anni, ha scoperto che una dieta con molte mele riduce del 23% l'LDL (il colesterolo «cattivo») nelle donne in sei mesi. Le donne inoltre hanno perso 15,8 kg in media.

Il cioccolato ha un'azione benefica sulla memoria

CioccolatoI compositi bioattivi contenuti nel cacao sono risultati essere efficaci nel contrastare e addirittura invertire la perdita delle facoltà cerebrali legate alla memoria, in particolare contrastando il naturale declino che avviene con l’età. A sessantanni si può avere la memoria di un trentenne

Se non ci sono patologie in corso, come la demenza o l’Alzheimer, è inevitabile che la capacità di memoria cali con il passare degli anni. Ma, è chiaro, se un po’ è fisiologico; molto non lo è.

Per prevenire o comunque rallentare questo processo ci sono diversi modi, tra cui, per esempio, quello di tenere in allenamento il cervello. Lo si può fare imparando o studiano cose nuove, oppure anche risolvendo quiz di enigmistica e così via.

Ma, attenzione, c’è anche un modo inaspettato di prevenire e persino invertire il processo di declino della memoria: mangiarsi un po’ di cioccolato fondente.

L’azione benefica sulla memoria, secondo un nuovo studio, avviene grazie ai composti bioattivi contenuti nel cacao – e chiamati flavanoli.

Lo studio, condotto dagli scienziati del Columbia University Medical Center (CUMC), fornisce la prima prova diretta che il declino della memoria negli esseri umani, correlato all’età, è causato da variazioni che avvengono in una specifica regione del cervello. E che tale forma di declino della memoria potrebbe essere invertita da un intervento dietetico.

Gli scienziati di Harvard confermano: Il latte pastorizzato è associato al cancro

Il latte pastorizzato è associato al cancroUno studio dell’Università di Harvard afferma che il latte pastorizzato prodotto a livello industriale è associato nel causare tumori ormoni-dipendenti a causa della mungitura della mucca per tutta la sua gravidanza.

Molti non ci hanno mai pensato ma la mucca produce latte solo dopo aver partorito il vitello, ovvero quel latte serve a nutrire il piccolo animale nel periodo dello svezzamento dopo il quale la mucca smette di produrre latte perché non è più necessario.

Non appena una mucca ha raggiunto la maturità sessuale, circa all’età di due anni, una mucca “da latte” viene inseminata artificialmente per la prima volta. Una mucca ha un periodo di gestazione di nove mesi. Poco dopo la nascita il vitello al solito viene separato dalla mamma ed allevato in un box. Sia la mamma che il vitello possono mostrare un comportamento turbato anche a distanza di giorni dalla separazione. A decorrere dalla nascita del primo vitello la mucca viene munta due o anche tre volte al giorno. Ma non è il vitello a ricevere il latte, bensì l’umano. Perché la mucca possa “produrre” latte deve partorire un vitello all’anno. Si punta ad avere un vitello l’anno, una lattazione di 305 giorni con una fase di “asciutta” di 60 giorni circa. Mucche “da latte” si trovano pertanto in uno stato di permanente gravidanza quasi tutta la vita.

Pagine