Ricerche

Falegnameria personalizzata con l’aiuto di robot

Falegnameria personalizzata con l’aiuto di robotOgni anno migliaia di falegnami si feriscono mani e dita(1) eseguendo pericolosi incarichi come il taglio.

In uno sforzo di minimizzare i danni e lasciare che i falegnami si concentrino sul design o su altri compiti più importanti, un gruppo del Laboratorio di computer science e Intelligenza Artificiale del MIT (CSAIL) ha creato AutoSaw, un sistema che permette ai meno esperti di personalizzare diversi oggetti che possono essere costruiti con l’aiuto di robot.

Gli utenti possono scegliere tra una gamma di modelli progettati per i falegnami per sedie, tavoli e altri mobili. Il gruppo di ricerca sostiene che AutoSaw potrebbe essere utilizzato anche per progetti più ampli come ponti di navi o portici.

“Se stai costruendo un ponte, devi tagliare grandi sezioni di legname alla giusta lunghezza, e ciò è spesso fatto sul posto,” dice Jeffrey Lipton, studente di post-dottorato al CSAIL,(2) autore principale dell’articolo scientifico sul sistema. “Ogni volta che metti la mano vicino a una lama, corri un rischio. Per evitare ciò, abbiamo automatizzato il processo utilizzando un seghetto da traforo e una troncatrice.”

Misurato il moto disordinato degli elettroni ‘liberi’ nella materia

Misurato il moto disordinato degli elettroni ‘liberi’ nella materiaPresso l’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr di Milano un gruppo di ricerca internazionale è riuscito per la prima volta a misurare il moto disordinato degli elettroni all’interno di un materiale isolante. Lo studio, pubblicato su Nature Physics, potrebbe avere importanti ricadute in ambito radioterapico

Presso l’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifn-Cnr) di Milano un gruppo internazionale di ricercatori è riuscito per la prima volta a misurare in tempo reale il moto disordinato degli elettroni ‘liberi’ che si genera all’interno di un materiale isolante (dielettrico) a seguito dell’interazione con fotoni ad alta energia. Lo studio, pubblicato su ‘Nature Physics’ apre importanti prospettive in ambito medico, in particolare per la possibilità di migliorare le tecniche di radioterapia.

Il lavoro è stato condotto in collaborazione con ricercatori dell’Ifn-Cnr di Padova, del Politecnico di Milano, del Center for Free-Electron Laser Science (Cfel-Desy) di Amburgo, della Ludwig-Maximilians-Universität e del Max Planck Institute of Quantum Optics (Mpq) di Monaco di Baviera e dell’Università di Rostock.

La tecnica si realizza sulla scala temporale degli ‘attosecondi’ (un attosecondo è pari a un miliardesimo di miliardesimo di secondo): nello studio, infatti, impulsi di luce nell’estremo ultravioletto della durata di poche centinaia di attosecondi sono stati utilizzati per ionizzare nanoparticelle di vetro e ‘attivare’ la dinamica ultraveloce degli elettroni.

Ionizzatori negativi come soluzione alla carenza di piogge

Ionizzatori negativi come soluzione alla carenza di pioggeNegli Emirati Arabi Uniti e in Australia si cercò di rimediare alla carenza di precipitazioni già nel 2011

Al Ain è la quarta città più grande degli Emirati Arabi Uniti ed è situata nel deserto. Riceve meno di un centimetro di pioggia all’anno, e questo rende l’agricoltura impossibile. Ma si è riuscito a trovare una soluzione: piogge artificiali.(1)

Nel 2010, il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Khalifa bin Zayed Al Nahyan, investì 11 milioni di dollari in un team di scienziati che, utilizzando uno ionizzatore di grosse dimensioni, provarono ad attirare la polvere con ioni a carica negativa e formare nuvole. Queste nuvole di polvere dovevano attirare l’umidità presente nell’aria e, in teoria, sarebbe dovuto piovere.

Il progetto, mantenuto segreto fino all’anno dopo, funzionò: su settantaquattro tentativi svolti durante l’estate (in giorni con il 30% o più di umidità atmosferica) cinquantadue andarono a buon fine. Non è ancora chiaro se la pioggia creata fosse sufficiente a sostenere lo sviluppo vegetale della zona, quel che è certo è che in Australia stanno sperimentando un progetto simile da una decina di anni.

È il caso della Australian Rain Technology (ART),(2) società commerciale impegnata nello sviluppo efficace di tecnologie di miglioramento delle precipitazioni, incentrata sulla ricerca e lo sviluppo di tecnologie di ionizzazione a terra e sull'avanzamento di metodologie statistiche predittive e di valutazione.

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