Geoingegneria

Parigi avvolta da una coltre chimica. Le autorità: non preoccupatevi!

Clicca per ingrandireIl 22 gennaio scorso una densa e nausebonda coltre chimica ha oscurato la Francia dalla Normandia a Parigi, arrivando sino a coprire le coste della Gran Bretagna.

Una volta tanto i cittadini hanno mostrato preoccupazione, ma le autorità si sono affrettate a tranquillizzare, affermando che la nube non era tossica. La prima spiegazione ufficiale è stata la seguente:

Si tratta di una sostanza ”non tossica” per la quale non c’e’ nessun pericolo per la salute. L’odore di gas è legato ad una sostanza, il ‘mercaptano’, uscita dagli impianti chimici della società Lubrizol a Rein: un additivo usato per arricchire il metano, rendendolo riconoscibile all'olfatto".

Quancun'altro si è spinto anche oltre, dichiarando che “la sostanza sprigionatasi dalla Lubrizol è gas odorizzante mercaptano, pericoloso soltanto in forti concentrazioni, ma estremamente sgradevole, al punto da essere utilizzato nelle fialette per gli scherzi di Carnevale". NO COMMENT!

Facciamo un po' di chiarezza.

Il mercaptano o più correttamente mercaptobenzotiazolo, si presenta come polvere gialla insolubile in acqua, usata come accelerante nella vulcanizzazione della gomma e come reattivo in chimica analitica; i suoi sali sono usati come fungicidi. Il mercaptobenzotiazolo - C6H4SC(SH)N - contiene un anello eterociclico, con un atomo di zolfo (lo zolfo, casualmente, è il primo prodotto che ricade al suolo a seguito dei sorvoli a bassa quota dei velivoli impegnati nella modifica del clima) e uno di azoto.

Le scie chimiche all'interno dell’aeroplano

Interno di un aereo civileSembra che ci sia una nuova bomba ad orologeria che si appresta ad esplodere nella già malandata industria dell’aviazione civile: si chiama “Sindrome aerotossica”.

Questa sindrome sarebbe il risultato della sistematica inalazione dell’aria che circola all’interno dei moderni aerei passeggeri. Ne soffrono infatti soprattutto piloti e assistenti di volo, che passano buona parte della loro vita all’interno di una cabina pressurizzata.

L’aria che si respira a bordo non può venire presa direttamente dall’esterno, poiché sarebbe troppo fredda, ed ha inoltre una pressione troppo bassa. È molto più comodo prendere quella che circola nelle turbine dei motori, che è già stata surriscaldata e portata ad alta pressione. In questo modo, basta convogliarla all’interno della cabina, e si risolvono sia il problema della temperatura che quello della pressione ambientale. (Normalmente l’aria delle turbine viene miscelata al 50% con quella già presente all’interno della cabina, che viene riciclata. Ma alla fine di ogni viaggio tutta l’aria che sarà stata respirata all’interno della cabina sarà stata comunque prelevata dalle turbine dei motori).

Naturalmente, l’aria da respirare viene presa dai compressori prima di venir mescolata al combustibile da bruciare (il termine tecnico è “bleed air”, cioè “aria che sgocciola”). Si tratta quindi, teoricamente, di aria perfettamente pulita, sottoposta ad alta pressione. Ma i compressori, per poter funzionare, devono essere lubrificati, …

Gaia, il pianeta massacrato

Clicca per ingrandireQueste ultime settimane del 2012 si sono rivelate memorabili ed epiche per via dell'incremento parossistico delle operazioni di aerosol clandestine alias scie chimiche.

Se è vero, infatti, che siamo usciti indenni da quella che molti paventavano come “fine del mondo”, prevista da alcuni sciocchi interpreti del calendario Maya, qualcuno ci ha voluto, invece, riportare con i piedi sulla terra.

Gli avvelenatori ci hanno ricordato che il nostro futuro per il 2013 non ci prospetta l'ascensione o il salto dimensionale, semmai tonnellate di nanoparticolato che rischiano di portarci più prosaicamente al cimitero.

È per questo motivo che noi di Tanker enemy, con la splendida collaborazione dei nostri lettori e degli iscritti al Comitato, dimostreremo (leggi qui l'articolo) la presenza di nanoparticolato in bassa atmosfera che è direttamente correlabile alla combustione ad elevate temperature di carburante aeronautico derivante dal sorvolo di aerei impegnati nell'attuale guerra climatica.

Intanto il già tristemente noto Beppe Caridi, ancora non consapevole del fatto che non è più tempo per prendere per i fondelli le persone, descrive il risultato delle irrorazioni clandestine di questi giorni come “bellissime nubi iridescenti madreperlacee” (sic), mentre giustifica le nebbie mortali di ricaduta come la conseguenza di una fantomatica inversione termica.

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