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Riflessioni sugli epocali incendi in California

Incendi in CaliforniaDa alcuni lustri la California è afflitta da una siccità di naturale artificiale: questa aridità è stato il presupposto per favorire devastanti incendi che, negli anni passati, hanno incenerito foreste di conifere ed altre aree coperte da vegetazione e da colture, mentre nelle ultime settimane molti roghi, invece di bruciare alberi e siepi, hanno distrutto solo le abitazioni e gli autoveicoli.

Sembra che le case siano state incendiate usando spesso come "inneschi" i contatori stupidi ("smart" meters), ormai installati in parecchi appartamenti e case unifamiliari. Non solo, numerosi testimoni hanno riferito fenomeni singolari, riconducibili all'uso di armi al plasma, di dispositivi elettromagnetici e di apparati laser.

Anche in Piemonte, le fiamme che hanno ridotto in cenere nei mesi passati vaste superfici boschive, lambendo pure zone abitate, sono state spesso associate a sfere (sfere di plasma?).

Con ferocia inaudita, il governo segreto cui lo stesso esecutivo statunitense deve sottostare, sta applicando l’Agenda 21, ossia il piano che, con la scusa di proteggere la Terra dai cosiddetti cambiamenti climatici attribuiti falsamente ad un presunto aumento della concentrazione di biossido di carbonio in atmosfera, implica, tra le altre efferatezze, il trasferimento di intere popolazioni dai loro territori d’origine in ghetti affollati di casermoni che ospitano mini-alloggi.

Chi sono i veri responsabili degli incendi boschivi?

IncendiLa biogeoingegneria clandestina (alias chemtrails, in italiano reso con l’espressione “scie chimiche”) non conosce confini: è una catastrofe globale, un crimine planetario.

È un proditorio assalto alla Terra, all’umanità, agli esseri viventi sferrato in modo indiscriminato. Non solo, alcuni paesi e regioni sono colpiti in modo ancora più efferato e micidiale, perché strategici: è il caso, ad esempio, del Portogallo che, per la sua posizione geografica, è un bersaglio privilegiato dei terroristi climatici.

Ad ovest del Portogallo, infatti, si formano e si espandono le perturbazioni atlantiche che una volta portavano le piogge nell’Europa occidentale fino all’Italia. Succede quel che accade in California dove i fronti perturbati sono bloccati ed annichiliti sul Pacifico, prima che anche una sola propaggine riesca a lambire le regioni costiere, condannandole ad una siccità perenne, alla desertificazione, agli incendi.

Gli incendi sono il “dono” più recente degli attentatori meteorologici: immani roghi hanno devastato e stanno devastando il Portogallo, la Galizia, l’Italia settentrionale… Le fiamme divampano e si propagano soprattutto a causa della cronica aridità, del basso grado di umidità atmosferica, del particolato a base di solfuri diffuso dagli aerei incivili. I roghi inceneriscono boschi, pascoli, vigneti, aree limitrofe ai centri abitati: almeno in California si sospetta che gli incendi siano stati innescati con armi ad energia diretta.

Dopo Giulietto Chiesa pure Harward dice che le scie chimiche servono per “proteggere” la Terra

Dopo Giulietto Chiesa pure Haward dice che le scie chimiche servono per proteggere la TerraOscurare il cielo, per raffreddare la Terra. Contrordine, ragazzi: le scie chimiche esistono, e sono utili, anzi utilissime. A spiazzare i “negazionisti” ora è un team di ricercatori dell’università statunitense di Harvard, che ha messo nero su bianco un progetto già in fase di attuazione: mettere in volo palloni sonda al fine di disseminare il cielo di una nube chimica di particolato, allo scopo dichiarato di ridurre le temperature terrestri.

“Uno scudo chimico contro il global warming”: la notizia è stata prontamente ripresa da tutti i principali media, dalla “Bbc” al “New York Times”, e in Italia anche dal mensile “Focus”, «in passato tra i più feroci oppositori di queste teorie», scrive Riccardo Pizzirani su “Luogo Comune”. «Come sostenuto dai ricercatori “complottisti” che studiano la geoingegneria clandestina e l’effetto di “global dimming” delle scie chimiche, basta irrorare una piccola percentuale del cielo per aumentare significativamente la capacità dell’atmosfera di riflettere i raggi solari: basterebbe l’1% del cielo». Ma il progetto di Harvard si spinge anche più in là, proponendo di «irrorare dal 2 al 4% del cielo per abbassare le temperature di 1,5 gradi centigradi, per riportare la temperatura ai livelli terresti pre-industriali».

Afferrato il senso della proposta, continua Pizzirani, bisognerebbe chiedersi «se è opportuno, etico e giusto» portare avanti un progetto così estremo e rischioso, concepito per «controbilanciare l’imponente consumo di petrolio e altri combustibili fossili, senza minimamente ridurlo».

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