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Dermatiti: 172 nuovi allergeni, di cui ben 119 in ambito lavorativo
C'è l'istruttore di nuoto allergico al cloruro d'alluminio nelle piscine e il falegname ipersensibile a sostanze nella segatura, l'addetto del fast food che non può toccare il piccante chili senza che la pelle si arrossi e l'idraulico che non tollera composti presenti nelle gomme dei tubi.
Sono alcuni fra i circa 600 casi denunciati ogni anno come dermatiti professionali, ma la realtà è ben più seria: con 172 nuovi allergeni scoperti negli ultimi otto anni, di cui ben 119 correlati a dermatiti in ambiente lavorativo, si stima che i lavoratori colpiti da una patologia dermatologica correlata al proprio impiego siano un numero molto più elevato.
Lo sottolineano gli esperti riuniti per il congresso nazionale della Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (SIDAPA), a Caserta dal 5 al 7 novembre, spiegando che le mancate denunce derivano in buona parte dalla crisi economica: la paura di perdere il lavoro spinge molti a tacere i disturbi e a conviverci con fatica.
Segnalare i problemi è invece essenziale per riconoscere le situazioni di rischio e mettere in pratica i metodi di prevenzione, spesso molto semplici, che possono impedire la comparsa di dermatiti professionali.