Meglio evitare le bevande “senza zucchero”

Bevande indistrialiSe facciamo un frullato di mela c’è lo zucchero della mela, però la nostra legge permette di scrivere “senza zucchero” sulla confezione, senza specificare che si tratta dello zucchero aggiunto

Nelle scorse settimane si è discusso dell'idea del governo di tassare le bevande zuccherate. Ma che rischi comportano, in realtà, queste bevande. Lo abbiamo chiesto ad diabetologo Alberto Bruno, autore di "Il diabete si combatte al supermercato".

Mi chiamo Alberto Bruno e sono il diabetologo dell'azienda sanitaria della Città della salute della scienza di Torino, mi occupo di diabete da oltre 30 anni. Nelle ultime settimane si è discusso molto dell'iniziativa del Ministro della Salute di tassare le bevande zuccherate. Bene, questo è un problema molto delicato e importante, tant'è vero che già nel libro che ho scritto con Marco Accossato, "Il diabete si combatte al supermercato" (edito da Vallardi), nel capitoletto sul banco delle bevande, è stato affrontato questo problema.

Perché nelle bevande ci sono spesso delle calorie nascoste e queste calorie nascoste sono, soprattutto, dovute all'aggiunta di zuccheri, alla presenza di zuccheri già naturalmente contenuti nelle varie bevande.

Latte anallergico dalla mucca Ogm

MuccaAlcuni ricercatori neozelandesi hanno modificato geneticamente una mucca in modo da farle produrre latte privo di proteine che possono causare allergie nei bambini

Alcuni ricercatori neozelandesi hanno modificato geneticamente una mucca in modo da farle produrre latte privo di proteine che possono causare allergie nei bambini. Il latte potrebbe anche essere più sano di quello normale perché contiene piùalti livelli di caseina, utili ad aumentare i livelli di calcio. Lo studio è opera di AgResearch ed è stato pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

Gli scienziati hanno utilizzato una tecnica conosciuta come interferenza Rna per bloccare la produzione della proteina incriminata, la betalactoglobulina (Blg), una proteina prodotta in mucche e ruminanti, ma che non si trova nel latte materno.

Gli studiosi hanno realizzato una catena di microRna (piccole molecole di acido ribonucleico) che colpisse la proteina Blg. Successivamente hanno sviluppato un modello murino che producesse latte contenente Blg e hanno introdotto nel topo il microRna che ha annullato l’espressione della proteina Blg.

I risultati iniziali hanno mostrato una riduzione di questa proteina del 96 per cento.

I ricercatori hanno infine ottenuto un bovino clonato con gli stessi tratti anti-Blg trasferendo 57 embrioni clonati in una mucca.

Evitate le patatine fritte surgelate

Patatine frittePatatine fritte surgelate potenzialmente cancerogene, una cattiva notizia per gli amanti delle patatine fritte, quelle che si mangiano al ristorante o in pizzeria o nei fast food e che sono particolarmente gustose ed inimitabili.

Il problema è rappresentato dall’acrilammide, un prodotto cancerogeno per l’uomo, che rimane presente nelle patate dopo la cottura. A rilevarlo è uno studio dell’American Chemical Association e i cui risultati sono stati pubblicati  sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.

Secondo lo studio in questione, la formazione di acrilammide nella cottura delle patatine è di fatto inevitabile, come del resto lo è anche per svariati altri alimenti, tuttavia il problema è decisamente più grave per quelle patatine fritte surgelate, già cotte in parte, prefritte, tagliate sottili, che pur se vengono preparate molto velocemente, restano quasi crude al loro interno e quindi sono un vero concentrato di questa sostanza cancerogena.

L’acrilammide è una sostanza altamente tossica, cancerogena, che si forma durante la cottura a temperature elevate, e la frittura è una di queste, in alimenti ricchi di carboidrati. Il problema era già noto da tempo, tanto è vero che le autorità canadesi avevano già suggerito di aggiungere alle patatine surgelate, durante la lavorazione, un additivo, l’asparaginasi, che avrebbe la capacità di ridurre significativamente la formazione dell’acrilammide.

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