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- Posted By: Bruno Chastonay
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Un mercato globalizzato
Viviamo in un mercato globalizzato, unificato non solo per quanto riguarda l’economia e la finanza ma per tutti gli altri settori.
Come per l’informazione, globalizzata e velocizzata, che dalla carta stampata si è trasferita sul web, dilagando su ogni contesto per il tramite dei social-network.
Il risultato è quello di maggiori utenti, velocità in tempo reale, diffusione su di un territorio molto ampio.
In precedenza coloro che controllavano l’informazione, il sistema dell’istruzione scolastica e la “conoscenza”, controllava il “popolo”, vale a dire le genti di ogni razza e nazione.
Tali meccanismi erano dunque appannaggio dei Governanti, delle Chiese e delle Lobbies di potere, le quali si sforzavano di controllare la vita dei cittadini, quella economica e sociale.
Per certi aspetti, l’alfabetismo diffuso rappresentò il principio di una nuova era di “prigione” per i popoli, che da quella di natura economica si trasformò in un’altra più subdola di tipo “psicologico”.
Nella nostra era del “web”, in cui tutti (in teoria) possono avere un accesso ad informazioni non sempre “controllate” dal Potere, la maggiore diffusione della “conoscenza”, intesa come obiettiva verità, determina una conseguente perdita del potere di controllo sul mondo, almeno in un certo senso ed in via tendenziale.