Il corpo genera la malattia da un modello di pensiero irrisolto

Il corpo genera la malattia da un modello di pensiero irrisolto Ciò che accumuliamo dentro di noi, come ansia stress, preoccupazioni, tristezza, negatività, non è fine a se stesso. Il nostro corpo lo somatizza e lo trasforma in malattia.

Capiamo il perché e come evitarlo.

I conflitti psicologici possono trasformarsi in malattia psicosomatica, questo significa che la salute mentale e quella emotiva possono nettamente influenzare la salute fisica.

Cosa accade

Sfido chiunque a non imbattersi in quei periodi negativi, dove ansia, stress e preoccupazioni, sensi di colpa, sentimento di tristezza o qualsiasi altra tipologia di sentimento negativo, si carica nella nostra mente e consecutivamente anche nel nostro corpo.

Questo significa che dovremmo essere tutti malati?

Assolutamente e fortunatamente no, ma somatizzare il perenne stato mentale negativo, si può esprimere in malattia, specialmente se rendiamo il sentimento negativo come parte integrante della nostra vita.

Cosa significa rendere il sentimento negativo parte integrante della nostra vita?

Le emozioni negative incidono sulla salute dello stomaco

Stomaco malatoOgnuno di noi, dal punto di vista della psicosomatica, ha i suoi punti deboli, ma è anche vero che ogni disagio si manifesta in una specifica parte del corpo; c’è chi soffre di mal di stomaco, chi soffre di emicrania, chi ha problemi di prurito…….

L’organo della digestione: lo stomaco

Paradossalmente, l’organo della digestione, cioè lo stomaco, si comporta come se dovesse realmente digerire tutto ciò, come se fosse di fronte a un succulento pasto; non manda giù solamente il cibo, inghiottisce anche umiliazione, delusione, rabbia, sentimenti di colpa…..

Per esempio: quella persona mi sta proprio sullo stomaco; questa cosa non la digerisco, non mi va ne su e ne giù; ingoiare il rospo; mandar giù un boccone amaro. Queste sono tutte frasi che ci indicano come il mondo esterno e il nostro mondo psichico sono strettamente collegati alla digestione.

Sono frasi comunemente usate per esprimere le nostre difficoltà di fronte a qualcosa che ci riesce complicato da accettare.

Il malato di stomaco solitamente non esprime la propria aggressività, la trattiene dentro di sé e la dirige contro se stesso (ulcera, gastrite, bruciori di stomaco), oppure la proietta sul cibo che diventa responsabile del suo malessere: le cosiddette intolleranze alimentari, le allergie, le intossicazioni.

Vivere nell'illusione del futuro

TempoÈ inevitabile: gli uomini non riescono a vivere il presente, piuttosto tendono a proiettarsi nel futuro, quando non si ripiegano sul passato. Si è che l’adesso, oltre ad essere insoddisfacente, è quanto mai effimero: così ci protendiamo, pieni di ingenue speranze, verso l’avvenire.

Non sappiamo neppure se domani saremo ancora vivi, ma non ci stanchiamo mai di progettare, antivedere, concepire, come se il futuro ci appartenesse, come se fosse una miniera di opportunità e di gratificazioni.

Lo stesso Nietzsche, fra i pochi pensatori che non si lascia incantare dal miraggio dell’avvenire, dalle “magnifiche sorti e progressive”, nel momento in cui esorta a vivere l’istante onde sia riempito di gioiosa accettazione dell’esistenza, non vince del tutto l’istinto a proiettarsi nel tempo futuro, dacché, spinto da un disperato ottimismo, è incline a vagheggiare in un'età lontana l’avvento dell’oltreuomo.

La religione e la scienza, ma pure la politica promettono l’eldorado: basta saper aspettare… e si aspetta Godot.

“Domani”: mai vocabolo fu più evocativo, mai vocabolo fu più vuoto.

A differenza di quanto il volgo ripete, l’incitamento di Orazio “carpe diem” non solo non significa “cogli l’attimo”, bensì “afferra il giorno”, ma soprattutto non esprime un triviale edonismo, quanto un’esortazione a strappare ad un destino avaro le pochissime gioie che ci può forse offrire, con la consapevolezza che il domani incombe, foriero di incognite e di insidie.

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