I benefici delle lampade di sale

Lampada di saleLa lampada di sale è uno ionizzatore naturale che purifica l'aria.

I cristalli di sale con i quali vengono fatte le lampade, hanno un'età di circa 250 milioni di anni. I cristalli di sale dell'Himalaya nascono dall'evaporazione del mare primordiale causata dall'energia del sole, in un momento in cui l'inquinamento non esisteva e il pianeta Terra era un ecosistema incontaminato.

Il sale dell'Himalaya è puro come gli antichi oceani primordiali e contiene tutti i minerali e gli oligoelementi essenziali per la vita umana. I cristalli usati per creare le lampade hanno la capacità di rendere più leggera, armoniosa e pulita l'aria e l'energia dell'ambiente.

Il cristallo di sale viene scavato all'interno per poter inserire una piccola lampadina. Quando si accende la lampadina, il calore fa si che il cristallo rilasci nell'aria degli ioni negativi.

Gli ioni negativi sono presenti in maggior quantità al mare, in montagna e vicino a fonti di acqua corrente come, per esempio, cascate e torrenti.

Gli ioni positivi sono spesso creati da dispositivi elettronici come computer, televisori, forni a microonde ed aspirapolvere.

Possono aggravare problemi come:

Ecco dove si trova il calamaro gigante

Calamaro giganteI primi avvistamenti leggendari del calamaro gigante risalgono ad Aristotele, nel 500 a.c., quelli storici vanno dal 1639 nei mari della Norvegia, al 2015 in Giappone. Oggi, grazie alle nuove tecniche di archiviazione ed elaborazione dati dell’Isti-Cnr, la prima mappa del calamaro è pubblicata su Ecological Modelling e una timeline ne racconta la storia. I ricercatori hanno inoltre realizzato mappe digitali per 406 specie marine dai cetacei ai coralli, al fine di monitorare la perdita di habitat a causa dei cambiamenti climatici

La storia del calamaro gigante (genere Architeuthis) va dal Mar della Cina, alle leggende del Nord Europa fino all’Oceano Atlantico, gli avvistamenti reali, presunti e immaginari hanno popolato libri e ispirato film. Le prime notizie sulla probabile esistenza del mollusco risalgono alla ‘Storia degli animali’ di Aristotele, le ultime, arrivano dai pescatori del mar del Giappone nel 2015.

Un’indagine scientifica realizzata dall’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione ‘A. Faedo’ del Consiglio nazionale delle ricerche (Isti-Cnr) di Pisa ha prodotto una mappa di avvistamenti del calamaro e la prima timeline su questo gigantesco mollusco, ossia una rappresentazione cronologica della sua presenza nelle acque di tutto il mondo mediante l’utilizzo dei Big data, del Cloud computing (elaborazioni di archivi on-line) e delle Infrastrutture digitali (reti informatiche collaborative). La mappa è pubblicata sulla rivista Ecological Modelling.

“Il primo spiaggiamento certificato del cefalopode risale al 1639, ritrovato sulle rive della Norvegia dal naturalista Japetus Steenstrup.

Semplici consigli per aumentare l'apprendimento

ApprendimentoUn breve sonno, un po’ di studio, un altro pisolino.

È il ritmo non dello studente pigro, ma di chi ricorderà meglio la lezione.

Il sonno è infatti un facilitatore del consolidamento della memoria, come spiega Susanne Diekelmann(1), neurobiologa dell’Università di Tubingen,(2) in Germania, in un articolo pubblicato su Frontiers in System Neuroscience.(3)

Due sono le teorie che spiegano questa funzione del sonno: le nuove acquisizioni sono riattivate e riorganizzate durante il sonno, così che risultano potenziate; tutte le connessioni sinaptiche sono depotenziate mentre si dorme, tranne quelle dovute alle nuove acquisizioni, così che queste risultano in qualche modo «spiccare» sulle altre.

Adesso la ricerca si sta orientando verso lo studio di possibili manipolazioni della riattivazione dei ricordi durante il sonno, attraverso l’uso degli odori o di stimoli acustici di richiamo della memoria.

Il disegno «fissa» le lezioni più del computer

Se un testo è accompagnato da foto e disegni è più facile impararlo e l’utilizzo degli strumenti multimediali consente di associare utilmente testo e immagini, ma resta centrale il livello di attenzione dello studente: «Nella nostra pratica di insegnamento abbiamo notato che gli studenti, mentre utilizzavano immagini interattive computerizzate di tessuti biologici, non le osservavano con attenzione — ha dichiarato un gruppo di ricercatori olandesi, guidati da Monique Balemans, in un articolo su Anatomical Sciences Education.(4)

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