Ricerche

L'iPhone emette radiazioni pericolose

Pubblichiamo un articolo inerente ai danni alla salute causati dai campi elettromagnetici. Il tema non esula dalla questione di cui ci occupiamo, la biogeoingegneria clandestina alias scie chimiche (chemtrails): è arcinoto ed assodato, infatti, che esiste un nesso, una micidiale sinergia tra composti tossici e frequenze elettromagnetiche.

Con squilli di fanfare, la Apple ha annunciato che l'iPhone 7 sarà disponibile con auricolari senza fili, abbandonando i tanto vituperati cavi sempre aggrovigliati degli auricolari convenzionali. Il nuovo modello denominato “AirPods”, sarà resistente all'acqua e, nelle parole dell’Amministratore delegato della società, Tim Cook, è il primo passo per un “futuro wireless” (sic).

Tuttavia gli esperti mettono in guardia, ricordando che questi iPhone possono facilmente prendere fuoco e che emettono radiazioni pericolose all’origine di tumori cerebrali. L'iPhone comunicherà via Bluetooth direttamente con l’auricolare di destra che invierà un segnale Bluetooth separato all’auricolare di sinistra. Ciò significa che la radiazione che trasporta il segnale passa direttamente attraverso il cervello dell'utente.

Secondo la Apple, tutti i dispositivi Bluetooth emettono radiazioni a radiofrequenza (RFR) entro i limiti guida fissati dalla Federal Communications Commission (FCC), ma, secondo Joel Moskowitz della UC Berkeley School of Public Health e più di 200 scienziati che studiano gli effetti dei campi elettromagnetici sull’organismo, i limiti guida della FCC non sono affidabili.

“Stiamo scherzando con il fuoco”, ha affermato Moskowitz “Siamo sul punto di installare un dispositivo a microonde vicino all’encefalo”. […]

Esiste un legame tra antibiotici e infezioni ospedaliere?

AntibioticiI ricercatori del Columbia University Medical Center di New York hanno esaminato quello che possono fare gli antibiotici al microambiente che circonda i pazienti.

Si tratta dell'ambiente che non si vede a occhio nudo, l'ambiente di microorganismi che è in costante interazione con noi e fra di noi. Il Dr. Daniel Freedberg e i suoi colleghi hanno osservato più da vicino i letti di ospedale nei quali ai pazienti erano stati somministrati antibiotici.

I ricercatori hanno riportato su JAMA Internal Medicine che “gli antibiotici dati a un paziente possono alterare il microambiente locale ed influenzare il rischio di un altro paziente” ed hanno scoperto che un'infezione comune negli ospedali statunitensi che causa diarrea, il clostridium difficile (C. diff), diventa ancora più pervasiva e mortale dopo che un paziente ha assunto antibiotici. La cosa più scioccante è che i pazienti che hanno utilizzato antibiotici si lasciano dietro un microambiente che espone il paziente successivo ad un maggior rischio di infezione da C. diff..

L'utilizzo di antibiotici mette a rischio gli altri

Lo studio mostra che l'uso di antibiotici effettivamente mette gli altri pazienti a rischio in quanto gli antibiotici destabilizzano il terreno e l'ecologia salutare dell'ambiente circostante, riducendo così i microbi buoni che aiutano gli esseri umani a difendersi dalle infezioni.

L'uomo potrebbe vivere centinaia di anni

LongevitàChi vuole vivere per sempre? Una scoperta scientifica potrebbe rivelare che gli esseri umani possono vivere per centinaia di anni. Modificando il nostro DNA, potremmo sopravvivere per centinaia di anni – se lo vogliamo.

Degli scienziati californiani hanno progettato un organismo modificato geneticamente per vivere 10 volte rispetto alla norma. È la più grande estensione della longevità mai raggiunta dai ricercatori che studiano la natura dell’invecchiamento.

Se questo lavoro potesse mai essere trasferito sugli esseri umani, ciò significherebbe che potremmo vedere un giorno persone che vivono per 800 anni. Tutto ciò sarà mai una possibilità realistica?

Valter Longo fa parte di un piccolo ma influente gruppo di specialisti in questo settore che crede che una vita di 800 anni, non è solo possibile, ma è inevitabile. È stato il suo lavoro presso la University of Southern California, che ha portato alla creazione di un ceppo di lievito che può vivere per 10 settimane o più, invece di morire alla solita età massima di una sola settimana.

Con l’eliminazione di due geni nel genoma del lievito e fornendogli una dieta ipocalorica, Longo è stato capace di estendere di dieci volte la durata della vita delle stesse cellule di lievito utilizzate dai fornai e birrai. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Public Library of Science Genetics.

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