Svizzera: stop all'immigrazione di massa. Un bello smacco per l'Europa

Basta immigrazione di massaUno schiaffone in piena faccia. Questa l’immagine, un poco a tinte forti, con la quale potremmo sintetizzare l’esito dell’odierno referendum svizzero in tema di immigrazione.

Si trattava dell’iniziativa popolare del partito della destra nazional-conservatrice UDC dal titolo, come al solito concreto fino alla brutalità, “contro l’immigrazione di massa”. In realtà, l’obiettivo dei promotori è meno draconiano di quel che potrebbe apparire: nessuna espulsione di massa o revoche di cittadinanza alle viste, ma una reintroduzione del controllo confederale sulla materia attraverso il meccanismo delle “quote” e la contestuale rinegoziazione del trattato di libera circolazione delle persone al quale anche la Svizzera ha aderito, dopo laboriose trattative ed un altro voto popolare nel 2002.

In questi termini la proposta è sembrata, perlomeno alla risicata maggioranza dei favorevoli nelle urne, più una questione di buonsenso che una pericolosa deriva populista come era stata dipinta dall’insieme di partiti, sindacati ed organizzazioni imprenditoriali svizzere e dall’interessata burocrazia continentale sempre più ansiosa di stringere nel proprio abbraccio mortale la riottosa nazione alpina.

Fino a poche settimane or sono il destino del quesito sembrava scontato: un netto rifiuto previsto ed avallato da tutti i centri di potere, in primis dal Consiglio Federale, dalle burocrazie di cui sopra e dai media liberal e compiacenti.

La Svizzera dice no all'immigrazione di massa

La Svizzera deve limitare l'immigrazione, secondo il 50,3% della popolazione; una bocciatura per la libera circolazione delle persone

L’immigrazione senza freni, anche se proviene dai paesi dell’Unione Europea, non piace alla maggioranza degli svizzeri, che chiede di contingentare i permessi di dimora e di dare la preferenza ai residenti sul mercato del lavoro.

Gli argomenti dell’UDC hanno convinto il 50,34% di quanti si sono recati alle urne, al termine di un testa a testa che ha tenuto con il fiato sospeso il paese e che l’ha spaccato in due: contrari al testo i cantoni urbani e quelli romandi, favorevoli Ticino (dove si è registrato il risultato più netto), Grigioni e le regioni rurali della Svizzera tedesca. L'iniziativa democentrista alla fine l'ha spuntata per sole 19'500 schede.

I favorevoli alla proposta avevano fatto leva sull’insostenibile aumento della popolazione nazionale (che cresce al ritmo dell’1% annuo) e sui suoi effetti in termini di disoccupazione, pressione sui salari, traffico, sovraffollamento dei mezzi di trasporto, criminalità e abusi nelle assicurazioni sociali.

I contrari paventavano invece gli effetti del “sì” sull’economia, per le difficoltà che potrebbe incontrare nel reclutare manodopera e nelle esportazioni, perché l’esito delle urne rimetterà in discussione l’applicazione non solo della libera circolazione ma di tutti gli accordi bilaterali conclusi con l’Unione Europea.

Cura per il tumore al seno che favorisce le metastasi

Lastra al senoQuando si lotta contro il cancro, le terapie mirano a uccidere il tumore primario e a prevenire la metastasi.

Ma adesso un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Science' ha scoperto che un trattamento per il tumore al seno che blocca l'integrina beta 1 puo' causare metastasi in certi pazienti.

Dai test effettuati in vitro da un team di ricercatori dell'olandese Leiden University è emerso che inibendo l'integrina nelle linee cellulari del cancro al seno chiamate Tnbc, le cellule acquisiscono la capacità di migrare individualmente.

E se iniettate nei pesci zebra, le cellule Tnbc carenti di beta 1 si diffondono meglio e più lontano delle Tnbc normali mentre quando impiantate nei topi generano più metastasi polmonari.

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