Basta dormire e mangiare sano per vivere a lungo

Vegetariani a riposoBuoni modelli di riposo notturno, o sonno, e una dieta varia sono stati trovati essere il segreto di una lunga e sana vita. Ma le cose sono un po’ diverse tra uomini e donne

Qual è il segreto di lunga vita, o l’elisir da sempre cercato dagli uomini di tutte le epoche?

In molti hanno cercato di dare una risposta, e allo stesso modo in tanti hanno indicato metodi più o meno improbabili – spesso riservati a pochi.
Ma gli scienziati della Monash University, il National Defense Medical Centre e il National Health Research Institutes di Taiwan oggi offrono una risposta che può apparire banale, o troppo semplice per essere vera ma che, tuttavia, pare sia davvero una soluzione. E soprattutto che può essere messa in pratica da tutti.

Secondo la ricerca condotta dal prof. Mark Wahlqvist e colleghi del Monash University’s Department of Epidemiology and Preventive Medicine e il Monash Asia Institute, per valutare l’impatto della dieta e la qualità del sonno sulla mortalità di uomini e donne anziani, seguire modelli corretti può davvero aumentare la durata della vita. Tuttavia, le cose cambiano tra maschi e femmine.

Per esempio, Wahlqvist e colleghi hanno scoperto che se per i maschi buoni modelli di sonno fondamentali per poter vivere più a lungo, il rischio di morte prematura si verificava soltanto se a cattivi modelli di sonno non era abbinata una dieta scorretta; per le femmine un buon sonno forniva la possibilità di vivere più a lungo soltanto se abbinato a una dieta sana e varia – che comprendesse buone fonti di vitamina B6.

Sesto Potere: tutti sorvegliati e felici

videosorveglianza - Obama feliceLe preoccupazioni per l’uso intensivo dei media digitali come strumenti di sorveglianza pervasiva sono aumentate esponenzialmente dopo le rivelazioni della “gola profonda” Edward Snowden sulle pratiche di spionaggio messe in atto dai suoi ex datori di lavoro, la maggiore agenzia di sicurezza Usa, la Nsa, ai danni dei cittadini americani e di tutti gli altri paesi, nonché di capi di Stato (anche alleati) e imprese pubbliche e private.

A mano a mano che Snowden rendeva noti nuovi documenti che denunciavano tali pratiche – intercettazioni di conversazioni telefoniche, email e quant’altro – i media sfoderavano gli immancabili riferimenti al romanzo “1984” di Orwell, o al Panopticon di Bentham, utilizzato da Michel Foucault come emblema di una modernità assurta a regno della sorveglianza e del controllo. Ora un libro a quattro mani di David Lyon e Zygmunt Bauman (si tratta di una conversazione a distanza, realizzata attraverso lo scambio di email) dal titolo “Sesto Potere. La sorveglianza nella modernità liquida” (ed. Laterza) suggerisce una prospettiva diversa.

Lyon, da sempre attento analista dei problemi della sorveglianza, e Bauman, il filosofo che ha sostituito il concetto di “modernità liquida” alla categoria di modernità, ribaltano gli scenari orwelliani e foucaultiani di cui sopra, ai quali contrappongono quattro tesi di fondo:

  1. viviamo in un mondo post-panottico in cui le nuove forme di controllo e sorveglianza assumono le caratteristiche tipiche del consumo e dell’intrattenimento;

Conflitti internazionali: il 2013 è un anno da dimenticare

ConflittiNon solo Siria, Nigeria, Afghanistan, Egitto e Messico. Molte sono anche le guerre “dimenticate” secondo l’istituto di Heidelberg per l’indagine sui conflitti internazionali. Dal Centrafrica fino all’Iraq

Pubblichiamo il commento dell’Osservatore Romano relativo al Conflict Barometer 2013 redatto come ogni anno dall’Heidelberger Institut für Internationale Konfliktforschung e diffuso martedì 25 febbraio.

Il 2013 è stato, insieme al 2011, l’anno che ha fatto registrare più guerre dopo la seconda guerra mondiale. È questo il dato che emerge dal “Barometro” diffuso ieri dall’istituto di Heidelberg per l’indagine sui conflitti internazionali. L’anno scorso ci sono state venti guerre, due in più rispetto al 2012, e più conflitti armati. Alle guerre in Afghanistan, Iraq, Siria e Pakistan (gli scontri nelle regioni tribali) si sono tra le altre aggiunte quelle in Mali e nella Repubblica Centroafricana.

Per gli esperti dell’istituto tedesco, inoltre, gli scontri tra le forze del nuovo Governo egiziano e i Fratelli musulmani hanno raggiunto in taluni casi le caratteristiche di una guerra.

Nel suo rapporto annuale, l’istituto ha contato l’anno scorso 414 conflitti in tutto il mondo, nove in più rispetto all’anno precedente.

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