Purificare l'aria con la bicicletta elettrica 'Air Purifier Bikeche'

Air Purifier BikecheAspettando di vedere se anche questa tecnologia verrà snobbata insieme ai precedenti tentativi di migliorare il pianeta dove viviamo ecco venire alla luce la bicicletta che si trasforma in una piccola centrale mobile per la purificazione dell’aria.

L’idea, ancora tutta sulla carta, arriva da Bangkok, capitale della Thailandia con enormi problemi di inquinamento. Qui tre designer dai nomi impronunciabili, Silawat Virakul, Torsakul Kosaikul e Suvaroj Poosrivongvanid, hanno ridefinito il concetto di mezzo di trasporto ecologico, trasformandolo da passivo in attivo.

“Andare in bicicletta significa ridurre il traffico cittadino e non immettere sostanza inquinanti nell’aria”. sostiene Virakul, di Lightfog Creativity & Design. “Noi vogliamo dare ancora più valore a ogni pedalata, facendo in modo che la bicicletta possa contribuire ad abbassare l’inquinamento esistente”. È questa, in sostanza, la mission della Air Purifier Bike.

La domanda è scontata: ma come si fa? Con un sistema a doppia azione.

Il primo è un filtro che si trova nella parte centrale del manubrio, un vero e proprio minidepuratore in grado di bloccare polveri, inquinanti e anidride carbonica, e ripulire l’aria che viene respirata dal ciclista.

La vera rivoluzione però è l’impianto di fotosintesi artificiale integrato all’interno del telaio della bicicletta.

Il collasso economico e ambientale si sta avvicinando

Earth changesDa tutto il mondo spuntano segnali che riguardano una pesante tempesta in merito a penurie alimentari, idriche e costi energetici, in particolare gli studiosi sono concordi a posizionare questa data per il 2030. Questo è quanto è emerso e affermato poi dal capo consulente scientifico, John Beddington del governo britannico.

Questi fattori di accelerazione dei cambiamenti climatici porteranno ad un cocktail letale fra disordini sociali, conflitti internazionali e pesanti migrazioni di massa. In altre parole, un collasso economico e politico.

Nell’importante discorso, difronte a gruppi ambientalisti e politici il professor John Beddington, spiega che il mondo sta andando incontro a grandi sconvolgimenti entro il vicino 2030. Puntare ad una crescita, successo e sostenibilità economica per i paesi in via di sviluppo nei prossimi decenni è determinante per evitare l’esponenziale aumento della domanda di cibo, acqua ed energia nel corso dei prossimi due decenni, soprattutto oggi in un momento in cui anche i governi devono fare grandi progressi nella lotta contro il cambiamento climatico.

“Se non affrontiamo questo concatenarsi di cause ci possiamo aspettare grandi destabilizzazioni, con un aumento di disordini e potenzialmente notevoli ondate migratorie a livello internazionale, in fuga per evitare le carenze di cibo e di acqua”, spiega Beddington. Dopo che i prezzi degli alimenti per le principali colture come grano e mais sono recentemente saliti a picco quando la produzione non teneva il passo con la domanda, secondo Beddington, le riserve alimentari globali stanno diminuendo ogni anno del 50% e grande siccità o inondazioni potrebbero vedere crescere rapidamente i prezzi nuovamente. “Acqua e cibo, ma anche energia. Sono tutti strettamente collegati”, spiega Beddington. “Non si può pensare di trattare un fattore senza prendere in considerazione gli altri”.

Quest'inverno è caduta neve igroscopica in abbondanza

Neve igroscopicaGiungono raggelanti – è proprio il caso di dirlo – notizie un po’ da tutto il mondo.

La neve caduta copiosa in questo inverno polare contiene veleni di ogni sorta: metalli pesanti, polimeri e persino uranio impoverito (Synthetic procedure for uranium oxide supported MCM-41).

E’ una neve artificiale: non si scioglie e non produce acqua a contatto con fonti di calore, ma si brunisce ed emette un forte odore di plastica bruciata.

Il disastro di Fukushima e diaboliche sperimentazioni sono all’origine di quest’altro fenomeno meteorologico indotto. Molti testimoni, tra l’altro, riferiscono che i cani, i quali amano scorrazzare sui prati innevati, sono, invece, riluttanti anche solo ad uscire all’aperto, dopo la caduta di questa neve polimerica. In Romania sono stati analizzati alcuni campioni da un laboratorio certificato: di seguito gli inquietanti risultati.

Siamo al cospetto di una neve a base di polimeri altamente igroscopici, prodotti attraverso un processo chimico che vede coinvolto l'uranio impoverito. Ne consegue un materiale idoneo a catturare l'umidità atmosferica ed indebolire le perturbazioni, facilitando le comunicazioni radar-satellitari che, come già dimostrato in questo articolo, non tollerano presenza di acqua nelle nubi.

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