Statistiche

Italiani sempre più poveri

PoveroIn un paese dove 3 milioni di persone hanno smesso di cercare lavoro, record in Europa e massimi dal 2004, forse non deve sorprendere così tanto che un quarto delle famiglie è a rischio povertà.

È aumentata considerevolmente la percentuale di italiani che potrebbe 'scivolare' al di sotto della soglia di indigenza, secondo le stime del direttore dell'Osservatorio nazionale per la salute nelle Regioni italiane, Walter Ricciardi.

"Con l'attuale crisi e gli aggravi economici per i cittadini – avverte Ricciardi – stimiamo un aumento del 7% degli italiani che potrebbero scivolare al di sotto della soglia di povertà".

Per via della crisi finanziaria i disoccupati e inattivi intanto crescono sempre di più di numero. In particolare tra giovani e donne. Per gli "scoraggiati" si tratta del tasso più alto da 8 anni: sono un milione e mezzo circa.

Il volume dei rifiuti immessi nel Mediterraneo va ridotto del 50%

Rifiuti sui fondaliGli ambientalisti di Seas at Risk chiedono ai paesi europei di ridurre di almeno del 50% il volume dei rifiuti immessi in mare e sopratutto della plastica.

I Paesi membri dell’Europa devono, entro il prossimo luglio, annunciare i provvedimenti che adotteranno nell’ambito della Marine Strategy Framework Directive.

Inoltre la Direttiva impone già da 4 anni il monitoraggio dell’inquinamento entro la metà del 2014 per contenere sia le perdite di pesce sia di biodiversità marina. Come se non bastasse la plastica dal mare sarebbe entrata nella catena alimentare.

L’appello è giunto oggi ai rappresentanti di OSPAR le 15 nazioni costiere e insulari europee che sono in riunione a l’Aja da oggi e fino al 20 aprile per discutere delle minacce ambientali nelle acque europee -Environmental Impact of Human Activities Committee.

L’UNEP identifica in navi mercantili, pescherecci, navi da guerra le piattaforme petrolifere off-shore e di gas e imbarcazioni da diporto la fonte dell’inquinamento proveniente dal mare; mentre discariche cittadine, scarico dai corsi d’acqua, reti fognarie e le acque meteoriche sono importanti fonti da basi terrestri. E in mare, ci finisce veramente di tutto.

Nel solo Regno Unito la carne uccide 45.000 persone ogni anno

CarneIl risultato di uno studio effettuato nel Regno Unito dalla Oxford University.

Un articolo del quotidiano inglese The Independent dell’ottobre 2010 cita uno studio dell’unità cardiologica della Cornell University secondo cui diminuendo il consumo di carne si potrebbero prevenire, nel solo Regno Unito, 45.000 morti premature ogni anno.

In particolare, lo studio ha calcolato che diminuendo il consumo di carne da “ogni giorno” a “tre pasti la settimana” (che è comunque un consumo alto, ma certamente molto inferiore al consumo “normale” oggi diffuso) si eviterebbero 31 mila morti per malattie cardiovascolari, 9 mila per cancro e 5 mila per ictus e si farebbe risparmiare oltre 1,3 miliardi di euro al servizio sanitario nazionale. Eliminando completamente il consumo di carne queste cifre ovviamente aumentano ancora di più.

La ricerca è stata commissionata dall’associazione Amici della Terra, ed è stata pubblicata nel loro dossier “Healthy Planet Eating”. Nel dossier viene fatto anche notare come la riduzione del consumo di carne aiuterebbe molto a rallentare i cambiamenti climatici e la deforestazione delle foreste pluviali.

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