Tornare ai cibi di una volta per evitare le intolleranze alimentari

VerdureSi parla sempre più spesso di intolleranze alimentari, tanto che il 30% delle persone pensa di soffrire di una qualche forma di allergia.

In realtà le allergie alimentari vere colpiscono il 4-5% della popolazione globale. Certo è che il proliferare di diete fai da te, che prevedono l’introduzione di nuovi alimenti e il ricorso alle trasformazioni industriali delle fonti alimentari, “possono provocare seri danni alla nostra salute”.

E poi il maggiore utilizzo degli additivi alimentari, e l’incremento a consumare pasti fuori casa sono ulteriori cause ad un malessere allarmante. È quanto sottolinea Oliviero Rossi, allergologo Consigliere della Siaic (Allergologi e Immunologi Clinici), in occasione del 2° Congresso dell’IFIACI, la federazione che racchiude le tre Società Medico Scientifiche nazionali (Siaic, Aaito e Siica) in corso a Verona.

Si parla di prevenzione da attuare nei comportamenti alimentari, eliminando quegli alimenti responsabili delle allergie. Si pensi, ad esempio, ai solfiti, contenuti non soltanto nei vini soprattutto bianchi, nella birra, nei succhi e sciroppi di frutta, ma anche nelle patate, frutta secca e candita, funghi secchi, gamberi e crostacei e baccalà.

Poi ci sono le intolleranze al glutine, al lattosio, al nichel che si trova anche negli alimenti: “molto spesso la pubblicità porta a degli approcci diagnostici non corretti e questo va denunciato perché molti pazienti si rivolgono alla medicina alternativa per fare dei test che non sono assolutamente affidabili da un punto di vista scientifico”.

I bimbi riescono a ricordare anche cose che non hanno visto

BimbaI bambini al di sotto dei sei mesi ricordano qualcosa anche quando non è sotto i loro occhi. A rivelarlo è stato uno studio condotto da Melissa Kibbe, della Johns Hopkins University in collaborazione con Alan Leslie, della Rutgers University. I due studiosi hanno dunque sfatato la convinzione che i neonati ricordano un oggetto, una persona, soltanto quando rientra nel loro campo visivo.

Fino ad ora, infatti, si riteneva che i bambini fino a due anni non fossero in grado di capire che un un qualcosa continuasse ad esistere anche quando non era al momento visibile. Ma grazie al nuovo studio, è emerso che non è così e che il cervello dei piccoli è in grado di ricordare anche ciò che non si vede.

Fin dalla metà degli anni 1980, nuovi tipologie di studi riguardanti i bambini hanno aiutato a capire cosa avviene nel loro cervello, portando a scoprire che gli oggetti non scomparivano mentre essi non li stavano guardando, grazie a quella che viene definita permanenza dell'oggetto. Tuttavia, quello che ancora era da accertare era di cosa i bambini hanno bisogno per ricordare l'esistenza di un oggetto, di una persona.

I due studiosi hanno mostrato ad alcuni bambini di sei mesi due oggetti su uno schermo, un disco e un triangolo.

In Perù continuano a morire cetacei e uccelli marini

PellicanoNon si ferma la strage di cetacei e uccelli marini.

Dopo aver colpito le coste a nord del Perù, arriva anche sul litorale di Lima, dove nelle ultime ore sono stati trovati una decina di pellicani morti ed un leone di mare in stato di decomposizione.

Numeri che si aggiungono ad un bilancio già tragico. Un fenomeno che ancora non ha una spiegazione scientifica e si tinge di giallo. Intanto, il ministero della Salute ha emesso un allarme sanitario, invitando ad evitare le spiagge dove sono state trovate le carcasse e a non consumare pesce crudo.

Se per il governo di Hollanta Umala da febbraio ad oggi sono circa 900 i delfini e 538 i pellicani morti, i dati che vengono diffusi dalle organizzazioni non governative (Ong) sono ancora più allarmanti, con circa 3000 delfini e 1200 pellicani deceduti.

L'area della strage (prima dei ritrovamenti di Lima) era sempre stata circoscritta ai 160 chilometri di costa tra Punta Negra, nell'area di Piuna e San Jos, regione di Lambayeque. Nel ricercare le cause di questa tragedia, che ora coinvolge anche i leoni di mare (una decina quelli trovati morti) ed altre specie di volatili marini, nelle scorse settimane, gli ambientalisti avevano puntato il dito contro le esplorazioni petrolifere nel vicino specchio di mare, mentre fonti governative avevano scartato l'ipotesi, ritenendo piuttosto che il motivo fosse il "morbillivirus", un virus che colpisce anche le specie canine.

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