Sei multinazionali che schiavizzano i lavoratori, soprattutto minorenni

Traffico esseri umaniLo schiavismo è purtroppo una realtà ancora presente, nei Paesi in via di sviluppo e non solo, come pratica abitudinaria da parte di numerose multinazionali al fine di ottenere il massimo guadagno e rendimento produttivo, a costo zero per i loro bilanci economici, ma a costo della vita per centinaia di adulti e bambini in tutto il mondo, costretti a lavorare in condizioni disumane per soddisfare ogni bisogno consumistico dei Paesi industrializzati.

Spesso anche noi ci ritroviamo ad essere complici, a nostra insaputa o per carenza di informazione, di una realtà che dovrebbe essere scomparsa da decenni, ma che continua a persistere e a condannare coloro che ne cadono vittima giorno dopo giorno, senza sosta.

Lo schiavismo non è purtroppo assente nemmeno nel nostro Paese, come nel caso della multinazionale delle bevande Coca Cola.

1) Coca Cola

L'eclatante caso di Rosarno, in Calabria, è stato messo in luce da un'inchiesta effettuata da parte di The Ecologist ed in seguito ripresa da The Independent, che ha reso noto come nel mezzogiorno la raccolta delle arance destinata alla produzione delle bibite del noto marchio avvenisse in condizioni di schiavitù per mano di migranti provenienti dall'Africa, spesso dopo aver raggiunto le coste italiane a seguito di una squallida traversata vista come unica speranza di sopravvivenza. Coca cola avrebbe reagito semplicemente tagliando i ponti e gli accordi precedentemente stipulati con le aziende calabresi produttrici di arance, a difesa della propria immagine di multinazionale "pulita".

Lai Pei-yuan è definito il re degli alberi. In un trentennio ha piantato 270mila alberi

Lai Pei-yuanHa piantato 270mila alberi nel giro di trent'anni, pari a circa 130 ettari, per far fronte alla deforestazione che Taiwan ha subito nell'ultimo secolo. Si chiama Lai Pei-yuan ed è già stato ribattezzato “re degli alberi”.

Lai Pei-yuan è un imprenditore taiwanese di 57 anni che ha avuto successo nel settore immobiliare e dei trasporti. Oggi ha cambiato vita e nelle fotografie appare come un moderno cowboy, cappello blu, stivali e gilet grigio.

Solo che al posto di far pascolare il bestiame, Lai pianta alberi. Negli ultimi trent’anni ne ha messi a dimora 270mila coprendo di verde un versante montano di 130 ettari, vicino a Taichung, a Taiwan. Un’attività che gli è valsa il titolo di “re degli alberi”.

La sua storia comincia quando, trentenne, decide di fare qualcosa di concreto per rimediare allo scempio cominciato nel 1895, sotto il dominio coloniale giapponese. In nome del progresso, alberi secolari vennero tagliati ed esportati. Una pratica proseguita anche per buona parte del Ventesimo secolo. Solo nel 1989 le autorità di Taiwan decisero di vietare la deforestazione, ma a quel punto il danno era già stato fatto. La superficie boschiva era calata dal 90 al 55 per cento.

Inquinamento da polveri sottili: i dati reali e i "mentitori" del potere

Clicca per ingrandireIn questo articolo intendiamo ancora soffermarci sulla questione delle polveri sottili o inquinamento atmosferico da nanopolveri che dir si voglia.

Gli occultatori di verità scomode... i negazionisti, i normalizzatori di regime, oppongono sempre obiezioni risibili, ma è d'uopo comunque confutarle, poiché costoro, spesso esponenti di rilievo nell'ambito della “tutela” dell'ambiente e/o della salute, sfruttano la loro autorità tautologica per abbindolare il lettore meno attento.

Ben consapevoli di mistificare, questi elementi, organici al sistema, negano in modo pervicace che gli spaventosi livelli di polveri sottili da noi misurati in queste settimane siano necessariamente originati dalla guerra ambientale in corso ed inoltre affermano che non è possibile comprendere a quali elementi si riferisca questo particolato, per cui, a loro dire, questi studi ambientali sono inutili.

Di più! Essi asseriscono che le nostre apparecchiature non sono certificate... che sono dei giocattoli. In realtà chi conosce l'argomento poiché lo ha ben studiato per anni, soggetto che è altresì al centro della sua professione, dovrebbe sapere che i prodotti attualmente sul mercato per il rilevamento delle polveri sottili sottostanno a precise specifiche, sono omologati e dunque sono venduti per uso professionale. Inoltre è acclarato che le polveri sottili possono essere in gran parte identificate nella loro composizione, semplicemente in base alle loro dimensioni, come spiegheremo più avanti.

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