Economia

In Louisiana le carcerazioni sono un vero e proprio business

Charlie ChaplinSecondo un clamoroso articolo del Times-Picayune, non esiste in America o nel mondo un luogo con un tasso di popolazione carceraria così elevato come quello dello stato della Louisiana.

Importante causa di questo ammontare nello stato del sud degli Stati Uniti è la vasta presenza di carceri possedute da società private e spesso dirette da sceriffi delle contee rurali.

L’industria carceraria della Louisiana crea profitti per 140 milioni di euro, favorendo così il mantenimento della popolazione carceraria su elevati livelli. Inoltre la Louisiana è al primo posto negli USA come numero di omicidi, fatto che ha portato negli ultimi vent’anni al raddoppio della popolazione carceraria.

Il segreto fattore trainante dietro il ben collaudato sistema carcerario è il vile, sonante denaro. La maggior parte dei detenuti della Louisiana è imprigionata in strutture a scopo di lucro che devono procurarsi un costante afflusso di esseri umani per non far fallire il settore da 140 milioni di euro.

Diverse società carcerarie private americane dominano il mercato. Ma per una singolare particolarità, la maggior parte degli imprenditori carcerari della Louisiana sono sceriffi delle contee rurali, i quali spadroneggiano in remote comunità come quelle di Madison, Avoyelles, East Carroll e Concordia. Una buona parte delle forze dell’ordine della Louisiana è finanziata con dollari sottratti legalmente alle principali attività carcerarie.

Nebbie di ricaduta e le shiptrails

GeoingegneriaSono definite "scie chimiche" o "chemtrails" quelle attività di aerosol militari, clandestine ed illegali, che più correttamente chiameremmo "geoingegneria clandestina" o "cloud seeding igroscopico" o ancora "operazioni di mantenimento elettroconduttivo".

Queste tecniche di irrorazione sono attive in tutto il mondo da anni ormai, fatta eccezione per le zone poco popolate.

Tra gli obiettivi delle scie chimiche bisogna annoverare i seguenti:

a) il controllo del clima per fini bellici (vedi progetto R.F.M.P.);

b) il dominio delle condizioni atmosferiche per fini geopolitici;

c) il controllo demografico;

d) la disseminazione di metalli tossici nonché patogeni per interessi farmaceutici;

e) la desertificazione forzosa per scopi economici e politici, con coinvolgimento delle più alte istituzioni politiche internazionali e le corporations, legate agli organismi geneticamente modificati (OGM); il controllo mentale delle masse etc.

Attenzioni agli imballaggi! Sono uno spreco

Visto che c'è crisi, siete pronti ad aiutare concretamente i proprietari di cementifici e impianti industriali? Aiutarli coi vostri sempre più scarsi e sudati quattrini, sia chiaro! No, perché questo è il senso del decreto annunciato dal ministro dell'ambiente Clini per permettere di bruciare nei loro impianti i cosiddetti CCS, alias “combustibili solidi secondari”, alias monnezza. Non è solo una questione di ambiente e di salute: è anche una questione di soldi. Di soldi nostri che prendono il volo.

La faccenda dell'ambiente e della salute, sia chiaro, non è affatto secondaria, ma riguarda solo (si fa per dire) chi vive in prossimità degli impianti. Così almeno risulta da uno studio pubblicato pochi giorni fa dall'Arpa Toscana (l'agenzia regionale per la protezione ambientale, non un comitato civico di attivisti) secondo il quale coloro che abitano vicino agli inceneritori di Forlì, e in particolare le donne, si ammalano più frequentemente di cancro. Bazzecole per pochi sfigati. Ma la faccenda dei soldi invece no: quella riguarda tutti.

Secondo gli industriali, l'idea di Clini di usare la monnezza come combustibile farà risparmiare 40 euro all'anno a famiglia. Attenzione, perché l'inghippo sta qui. Tutta la roba che gli industriali e il ministro vogliono bruciare (e che ora effettivamente spesso va in discarica, stanti le penose condizioni del riciclaggio in Italia) ci costa ben più di 40 euro all'anno.

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